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Bosch Bari : 700 esuberi. La prima crisi green dovuta alla mobilità elettrica

La direzione dello stabilimento Bosch di Bari ha comunicato che nei prossimi cinque anni ci saranno 700 esuberi, su un organico di 1700 persone. La produzione dell’azienda è tutta legata ai motori endotermici che secondo le politiche green europee dovranno sparire
Come è ovvio la corsa alla mobilità elettrica viene a pesare sulle attività produttive legate ai motori endotermici e i guai cominciano ad arrivare: la direzione dello stabilimento Bosch di Bari ha comunicato alle organizzazioni sindacali che nei prossimi cinque anni ci saranno 700 esuberi, su un organico di 1700 persone. La produzione dell’azienda è tutta legata ai motori endotermici.
Si tratta del primo caso di crisi aziendale causata dal passaggio ai veicoli elettrici ”e dunque un primo caso di riconversione industriale da finanziare con i fondi del PNRR in tema di transizione ambientale” osserva l’autorevole ”ilsole24ore.com”.
L’80% della forza lavoro dello stabilimento di Bari è impegnata nella produzione legata ai motori diesel e si tratta di un settore in pesante calo a causa delle disposizioni europee. Ci sono anche 350 persone che lavorano sulle e-bike ed è previsto che ne vengano impegnate altre 100, ma la situazione resta preoccupante. La regione Puglia ha aperto un tavolo permanente di crisi per cercare di risolvere la vertenza.

E le due ruote?
Sergio Fontana, presidente di Confindustria Bari-Bat e Puglia, così ha sintetizzato situazione: “La transizione verso l’auto elettrica ha avuto un’accelerazione troppo repentina che sta schiacciando tutta l’industria automobilistica. Questo non significa che dobbiamo arrenderci alla storia, ma dobbiamo attrezzarci per cavalcare il cambiamento (…). Per sostenere questa sfida la Bosch deve poter contare su politiche industriali adeguate. Servono soluzioni straordinarie per la Bosch e per tutto il settore automotive del Paese alla prese con una crisi epocale”.
È un problema che si riproporrà anche nel settore delle due ruote ma per il momento nessuno parla di progetti di riconversione green. Vista la direzione intrapresa, è necessario cominciare a pensarci sul serio.

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