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Bike Lane, la proposta del ministro De Micheli non piace a nessuno

Consentire la circolazione di biciclette, monopattini, scooter e moto tutti insieme nelle corsie e piste ciclabili: questa idea del ministro De Micheli, impegnata a trovare soluzioni utili a garantire una mobilità distanziata per la fase 2, riesce a scontentare tutti. Critiche immediate da ANCMA: è sbagliato e pericoloso
Bike Lane, tutti insieme “appassionatamente”?
L’inizio della fase 2 e la conseguente circolazione per strada di più cittadini imporrà nuove soluzioni anche per quanto riguarda la mobilità urbana. La parola d’ordine rimane quella del distanziamento sociale, in tale contesto, le due (o anche tre) ruote potrebbero dimostrarsi un’ottima soluzione. A patto ovviamente di avere norme utili a disciplinarne la circolazione. Sembrerebbe andare in direzione opposta l’idea del ministro dei Trasporti Paola De Micheli che ha proposto la “bike lane”, cioè una “corsia con destinazione prioritaria alla circolazione dei velocipedi, nella quale è consentita la circolazione anche dei veicoli a motore con numero totale di ruote non superiore a tre”. Una sorta di gigantesca pista ciclabile sulla carreggiata, lungo la quale consentire la circolazione mista di biciclette, e-bike, monopattini, scooter, moto e, considerando il numero delle ruote, pure Apecar! Non serve essere esperti per storcere il naso: sembra molto rischioso. L’intento è quello di disincentivare l’uso dei mezzi pubblici e delle automobili a favore di biciclette e moto, ma il pericolo è che un’unica corsia per mezzi a pedale e a motore possa avere conseguenze molto serie per la sicurezza degli utenti. Anziché creare più piste ciclabili ben delineate - magari che non spariscano nel nulla sbiadendo sui viali trafficati come avviene in moltissimi casi - e ovviamente vietate ai mezzi a motore, il ministro propone in questo caso una corsia promiscua in cui far circolare - gomito a gomito - due delle categorie più a rischio, cioè ciclisti e motociclisti. Secondo i dati ISTAT a seguito di incidenti stradali avvenuti in Italia nel 2018 sono morti 842 motociclisti e 219 ciclisti. 
Le reazioni avverse alla proposta della De Micheli, in ogni caso, non si sono fatte attendere.  “Non si possono sovrapporre in una ciclabile che è per dimensioni limitata per sua natura, biciclette e moto/scooter in quanto hanno velocità e accelerazioni diverse. Il rischio di aumentare gli incidenti stradali è concreto“, ha detto il presidente di Confindustria ANCMA Paolo Magri. ”Riteniamo invece opportuno che vengano aperte alle due ruote a motore le corsie dei mezzi pubblici in tutte le città in modo di dare una nuova possibilità di circolazione. Avremo nei prossimi mesi - spiega - un grande problema di mobilità vista la ridotta capienza dei mezzi pubblici. Le istituzioni competenti devono studiare un piano di mobilità organico che comprenda Smart Working ( ridotta mobilità), Mezzi pubblici, Due ruote sia a pedale che a motore, ed infine auto“.
Dello stesso avviso le principali associazioni impegnate per la mobilità sostenibile che, con una lettera collettiva firmata da 31 sigle, hannp ugualmente sottolineato l’assurdità della proposta.“In questo modo non si promuove la mobilità in bicicletta - scrivono le associazioni -, così necessaria alle nostre città in tempi di fase due e di ripartenza. Si mette invece a rischio la vita dei ciclisti che già non sono tutelati; basti pensare che a piedi e in bicicletta muoiono 800 persone ogni anno, oltre il 20% dei morti sulle strade italiane. Servono subito corsie ciclabili d'emergenza riservate e sicure. È verso queste soluzioni che va adeguato il Codice della Strada. Rendere le ciclabili promiscue con il traffico motorizzato a due/tre ruote come vuole la Ministra dei Trasporti è l'esatto opposto”. 
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