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Auto e Moto d’Epoca alla fiera di Padova, un successo contro il COVID

Per quanto, inevitabilmente, la partecipazione non sia stata allo stesso livello delle edizioni precedenti, il pubblico ha comunque risposto molto bene e il bilancio degli organizzatori di Padova Auto e Moto d’epoca 2020 è stato più che positivo
Tanti appassionati
La 37ª edizione del salone Auto e Moto d’Epoca alla fiera di Padova è stata un successo, e la cosa non era per niente scontata in questo momento in cui la pandemia porta le persone a limitare gli spostamenti e ad evitare le occasioni in cui ci sia rischio di assembramento. Ma per quanto – inevitabilmente – la partecipazione non sia stata allo stesso livello delle edizioni precedenti, il pubblico ha comunque risposto molto bene e il bilancio degli organizzatori di Intermeeting è stato più che positivo.
Il patron Mario Carlo Baccaglini non ha usato mezzi termini: «Siamo molto soddisfatti. La decisione di fare la fiera nonostante il grande momento di difficoltà ed incertezza del settore è stata una scelta vincente. Buona l’affluenza di un pubblico particolarmente sensibile e appassionato e la partecipazione dei tanti collezionisti ed esperti dell’auto classica. L’alta qualità degli espositori ha fatto il resto, sia per quanto riguarda i commenti positivi che per le vendite e l’avvio di trattative interessanti».
Da molti anni l’evento patavino è un riferimento per quanto riguarda la compravendita di veicoli e ricambi d’epoca, e anche un appuntamento culturale nel quale vengono proposte mostre estremamente interessanti. Per quanto riguarda le moto, l’ha fatta da padrona l’esposizione di una ventina di modelli provenienti dalla collezione ”Moto dei Miti” di Genesio Bevilacqua, titolare della ceramica Althea ma anche di una squadra che ha già vinto cinque campionati del mondo tra Superbike e Supersport. In esposizione pezzi rarissimi come la Sanvenero 500, una Paton 500, due Ducati MotoGP di Casey Stoner e Loris Capirossi, una Suzuki RG 500 guidata da Virginio Ferrari e una Yamaha 750 OW31 di Giacomo Agostini. D’eccezione anche gli ospiti: tra di essi proprio Virginio Ferrari, Mario Lega, Pierpaolo Bianchi, Roberto Gallina, l’ingegnere Jan Witteveen e il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Ancora, sono state esposte una settantina di splendide moto anteguerra della collezione Morbidelli rilevate dall’ASI, e c’è stato il lancio italiano della BMW R 18, mentre per quanto riguardo le quattro ruote sono state esposte auto leggendarie come la Bisiluro Tarf di Piero Taruffi, il Nibbio di Lurani e la CisItalia D46 che Nuvolari guidò in corsa senza volante, e c’è stata un’altra mostra su 30 anni di Porsche a Le Mans.
«Dopo tutto quello che è successo, soprattutto negli ultimi giorni, non ha senso cercare di trarre indicazioni statistiche sull’andamento del mercato – è stato il commento di Daniele Turrisi, esperto internazionale e membro della commissione prezzi di Ruoteclassiche –. Il vero, grande valore di Padova 2020 è esserci stati: un segnale di forza e, da parte degli espositori, anche di gratitudine verso una fiera che ha fatto crescere l’intero settore».
 

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