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Aprilia studia appendici aerodinamiche anche per il pilota

L’idea è aggiungere alcuni “gusci” alla parte esterna della tuta in alcune zone specifiche, affinché l’aria incontri superfici in più lisce possibile evitando così il formarsi di turbolenze che rovinano la penetrazione aerodinamica

Sull’aerodinamica delle moto da Gran Premio le Case stanno lavorando tanto in particolare nella MotoGP, e probabilmente sono proprio i miglioramenti in questo settore che hanno permesso grossi progressi all’Aprilia. Noale è sempre stata attentissima all’innovazione e non si accontenta di lavorare sulla moto: ora sta cercando di rendere più efficiente anche l’aerodinamica del pilota.

 

Il pilota è parte integrante della moto

L’uomo in sella non va visto come elemento separato: sotto il profilo della resistenza all’aria è parte integrante del complesso e un abbigliamento adeguato permette di far girare meglio i flussi aerodinamici. L’idea non è nuova: già nel 1988 – 35 anni fa – Dainese introdusse la gobba sulle sue tute da corsa, inizialmente pensata come protezione per la schiena e poi rivelatasi utilissima per evitare i vortici che si venivano a formare dietro il casco. Pare che la scoperta sia stata del pilota Jean-Philippe Ruggia, il quale si accorse che la gobba migliorava la stabilità del capo e riduceva lo sforzo sul collo. Una strada seguita anche dai costruttori di caschi, con l’adozione di appendici posteriori che chiudono il buco tra casco e gobba.

 

Gusci sulla tuta per migliorare la penetrazione

Aprilia vuole andare oltre come dimostra la domanda di brevetto depositata. Perché ci sono altre zone perturbate quando il pilota è in carenatura, e “riempirle” dovrebbe permettere all’aria di fluire più liberamente. Senza dimenticare però che in frenata e in curva il pilota si muove e dunque i riempimenti non devono essere di impaccio, né tantomeno devono pregiudicare la sicurezza della tuta che nasce prima di tutto come elemento protettivo.

L’idea è aggiungere alcuni “gusci” alla parte esterna della tuta nelle zone critiche, affinché l’aria incontri superfici in più lisce possibile. I punti individuati sono gli avambracci (n. 31) e la parte superiore delle braccia e delle spalle (n. 33), ma ancora più importante pare essere la zona del girovita; lì la pelle della tuta sotto la spinta dell’aria tende ad ammucchiarsi turbando sensibilmente il flusso. Importanti anche le cosce (n. 38) e la parte inferiore della gamba (n. 39), anch’esse esposte al vento della corsa.

Utili anche per la sicurezza

Pensate come elementi riempitivi esterni, in un secondo tempo le conchiglie potrebbero venire inserite sotto la pelle della tuta, e magari venire riempite con gel, schiuma o aria per garantire ulteriore protezione agli urti. Con l’ulteriore vantaggio che, trattandosi di elementi di sicurezza, sarebbe più difficile porvi limitazioni come in passato è invece avvenuto per le ali sulle carenature.

 

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