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KTM-Honda, destini opposti tra MotoGP e Dakar

I giapponesi vincono per la seconda volta consecutiva il rally più importante al mondo nell'anno del disastro nella MotoGP, con Marquez fuori gioco e una CBR 1000 RR-R ancora lontana dal successo in SBK. KTM si impone per tre volte in MotoGP, ma alla Dakar viene ancora battuta dai rivali. La pista è una distrazione? Solo Yamaha è coerente, ma in negativo: i problemi di affidabilità hanno colpito tanto la M1 quanto la 450 da rally
La Dakar 2021 ha visto la seconda affermazione consecutiva di Honda, con la prima doppietta della Casa Alata dal 1987 (in quell'anno vinse Cyril Neveu davanti a Edi Orioli, entrambi su NXR 750V). KTM è uscita sconfitta dal confronto per il secondo anno di fila, ma l'insuccesso è più pesante del 2020: Toby Price è apparso infatti l'unico pilota dello squadrone austriaco ad avere le carte in regola per il successo finale. Sam Sunderland ha deluso le attese: troppi errori e un solo successo di tappa, mentre Matthias Walkner non è mai stato realmente in gioco. L'unica buona notizia per Mattighofen è il quarto posto finale del rookie Daniel Sanders, con l'australiano autore davvero di un'ottima prova all'esordio. Nemmeno le Husqvarna sono riuscite a tenere alto l'onore del gruppo: Xavier De Soultrait sarebbe stato competitivo per il podio, ma una caduta lo ha messo fuori causa come tanti altri colleghi.

Un reparto corse distratto?
KTM è apparsa sotto tono alla Dakar nello stesso anno che invece ha permesso al costruttore austriaco di vincere tre gare in MotoGP. È solo una coincidenza o c'è una causa che ha prodotto questa combinazione di risultati? KTM ha sicuramente le forze per affrontare entrambi gli impegni con uguale determinazione, e la 450 Rally rimane la moto di riferimento per il settore. Caso mai si può obiettare che gli arancio abbiano sì una struttura collaudata, ma che forse beneficerebbe di un ricambio per affrontare le stesse avventure di sempre con spirito rinnovato.

Honda si consola
Il discorso va nell'opposta direzione per Honda. La casa giapponese ha ottenuto una vittoria schiacciante, con 9 vittorie in 12 tappe più il prologo, e lo ha fatto nell'anno in cui il disastro nella velocità è stato totale: in MotoGP, con l'infortunio di Marquez, è arrivata la prima stagione senza vittorie negli ultimi 40 anni, in Moto3 il titolo è andato a KTM, in superbike la nuova CBR 1000 RR-R ha avuto un debutto faticoso, anche in questo caso senza mai andare vicina al successo.

Coerenza nel segno meno
Dei tre marchi impegnati tanto in MotoGP quanto nella Dakar, solo Yamaha ha mostrato un certo allineamento, ma non in positivo: se le M1 di Rossi, Vinales, Quartararo e Morbidelli hanno sofferto di problemi di affidabilità alle valvole, anche alla Dakar è stata un'ecatombe. Ross Branch, Franco Caimi, Andrew Short, Jamie McCanney, si sono tutti ritirati nel corso delle prime 11 tappe, e all'ultima anche Adrien van Bereven – che comunque viaggiava in ottava posizione- ha dovuto dire addio alla carovana a soli 200 km dal traguardo di Jeddah. Sono anni che il marchio di Iwata non raggiunge risultati soddisfacenti, ma in questa occasione la debacle è stata clamorosa.

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