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ISDE 2021, i dakariani trovano polvere e uno spirito Malle Moto: bisogna arrangiarsi! - VIDEO

Alessandro Botturi e Maurizio Gerini sono alla Six Days per allenamento e ci spiegano come la vive un pilota di club, tra lunghe prove estenuanti e assistenza da fare in autonomia: solo 18 minuti per rimettere a nuovo la moto
Diciotto minuti, poco più di un quarto d'ora: è il tempo concesso ai piloti dell'ISDE per l'assistenza sui propri mezzi a fine giornata. Non è molto in generale, ma è decisamente poco se si pensa che i piloti devono fare tutto da soli. Ai meccanici infatti è vietato anche solo toccare la moto o le sue parti, e alla squadra è concesso solo fare benzina. Nonostante la stanchezza di fine giornata, i concorrenti devono quindi letteralmente correre per cambiare spesso – almeno al posteriore- le gomme, pulire il filtro, ingrassare la catena, tirare i raggi. Bene o male è questa la lista degli interventi e ci vuole una certa dimestichezza con gli attrezzi per riuscire a completare l'opera senza incorrere in penalità di sorta.

Lo spirito dei bei tempi
“È un vecchio regolamento che si è voluto tenere in vita – spiega Maurizio Gerini, in gara con Africa Dream Racing- e che in questo senso mette sullo stesso piano ufficiali e privati. Io non me la cavo male come meccanico, anche perché ho una certa dimestichezza con il mestiere e alla ultima Dakar ho corso nella Malle Moto, dove bisogna fare tutto da soli”. “È sempre bello venire alla Sei Giorni, io mancavo da 8 anni – aggiunge Alessandro Botturi, compagno di club insieme a Leonardo Tonelli-. Non è facile riprendere confidenza con questo tipo di gare, perché ormai noi siamo abituati a fare correre la moto in velocità, invece qua si va tanto sullo stretto, le speciali sono dure, scavate, e a fine giornata devi anche riuscire a mettere a posto la moto in diciotto minuti. È un bell'allenamento, non c'è che dire”.

Due sport diversi
Enduro e rally sono due mondi paralleli, ma le differenze ci sono e ben marcate. Non si tratta solo del ruolo fondamentale che la navigazione ha nel secondo caso, ma anche di un modo di guidare che è tanto differente: “Eppure, anche se sono un dakariano doc, l'enduro per me rimane sempre il primo amore – sottolinea Gerry-. È incredibile come il pubblico ti sia vicino sempre. C'è sempre qualcuno che ti incita, e anche quando vorresti tirare i remi in barca, proprio non puoi”. “Noi dovevamo correre al Transanatolia Rally – ricorda il Bottu-. Poi la gara è saltata e siamo venuti qua. Per me è solo un allenamento, ma che allenamento! Ogni giorno sono duecento chilometri e siamo sempre a tutta, i test sono sempre impegnativi, spesso molto lunghi. È davvero una meraviglia”.
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