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CRT queste sconosciute

Si fa un gran parlare della CRT, le MotoGP con motore derivato da quelli delle moto di serie. Ma in pratica cosa sono? Come sono realizzate? A chi convengono? E soprattutto, saranno competitive? Proviamo a dare qualche risposta
Le CRT per il gran capo della MotoGP, Carmelo Ezpeleta sono il futuro del mondiale, l’unica strada per rimpolpare le griglie di partenza e riaccendere l'interesse delle case sulla massima serie. Invece gli appassionati e anche per gli addetti ai lavori per lo più sono degli oggetti misteriosi. Cerchiamo allora di capire che moto sono e che senso avrà farle correre l’anno prossimo nella massima categoria del motociclismo.

Come sono fatte

Sulla falsariga della Moto2, le CRT hanno un telaio artigianale sviluppato esclusivamente per le competizioni e un motore derivato dalla serie. Non ci sono vincoli né per la marca del propulsore né per il livello di elaborazione. L’alesaggio deve misurare al massimo 81 mm e il peso minimo è di 153 kg, come per le MotoGP da 1.000.
I vantaggi che il regolamento concede a queste moto riguardano il numero di motori utilizzabili in una stagione, 12 invece dei 6 a disposizione delle Motogp, e 24 litri di carburante per la gara contro 21. Per cercare di limitare i costi, a fine gara un team CRT avrà la possibilità di acquistare da una squadra avversaria il motore al prezzo imposto di 20.000 euro col cambio o 15.000 euro senza cambio. Si spera così di frenare il ricorso a materiali troppo costosi nella preparazione dei propulsori.


La BMW-Sutter nei primi test non ha brillato, battuta dalla Aprilia Superbike

Quali sono

La situazione è ancora non completamente definita, e questo la dice lunga sul momento di difficoltà economica (e non solo) che la MotoGP sta attraversando. La prima a scendere in pista è stata la Suter-BMW. Per ora è certo il suo impiego da parte dei team Forward con Edwards e Laglisse che ancora deve trovare il pilota. È scesa in pista anche la FTR-Kawasaki del team BQR guidata da Ivan Silva e Yonni Hernandez mentre è sulla carta la realizzazione dello stesso telaista inglese, motorizzata però Honda, che andrà al Team Gresini guidata da Michele Pirro. Numericamente la parte del leone la faranno le Aprilia che equipaggeranno il team di Aspar Martinez che affiderà le sue due moto a De Puniet e ad Aleix Espargarò. Sulla moto di Noale puntano anche i team Loda Racing, Speed Master e PBM Racing che schiereranno rispettivamente Danilo Petrucci, Antony West e James Ellison.


Il “caso” Aprilia

L’utilizzo di propulsori derivati dalla serie è stato motivo di forte conflitto tra la Dorna e la società organizzatrice del mondiale Superbike, la Infront. I capi delle 2 aziende, Ezpeleta e Flammini, hanno a lungo polemizzato sulla liceità dell’impiego di materiale derivato dalla produzione in un campionato prototipi qual è la MotoGP. Aprilia rischia di buttare altra benzina su questo fuoco mai completamente spento. La Casa italiana infatti ha portato a Jerez per i test una Superbike semplicemente equipaggiata con gomme Bridgestone e freni in carbonio. Il risultato è stato che Randy De Puniet appena salito sulla moto è stato di circa un secondo più veloce di Edwards che era alla sua seconda giornata di test sul tracciato andaluso. I tempi, precisazione doverosa, sono ufficiosi ma attendibili e sollecitano una riflessione; se Aprilia schierasse le sue SBK “camuffate” e le moto risultassero competitive – almeno tra le CRT – assisteremmo ad un pericoloso mix di mezzi e tecnologia tra i due campionati maggiori che rischia di essere dannoso per entrambi. Case e sponsor inizierebbero inevitabilmente a chiedersi dove e perché investire e le risposte, visto il periodo di crisi, potrebbero essere spiacevolmente al ribasso. A nostro avviso la sparizione di un campionato non avvantaggerebbe l’altro, ma contrarrebbe drammaticamente tutto il movimento.

Molti team hanno già scelto il motore Aprilia per la propria CRT, finora ha girato solo il team Martinez, ma con la moto da superbike 

Le CRT saranno competitive?

Secondo noi la risposta è no, almeno per questa prima stagione. I motori derivati dalla serie non hanno la stessa potenza dei prototipi né un campo di utilizzo altrettanto ampio. L’elettronica è meno sviluppata e, non ultimo, i piloti chiamati a guidare queste moto non hanno lo stesso smalto dei migliori della classe. È prevedibile che torneremo a vedere doppiaggi ai quali non siamo più abituati e che erano la croce dei piloti a fine anni 80. La regola del 107% nacque proprio per escludere chi era drammaticamente più lento dei primi. Tanto che si partì dal 115% del tempo della pole per essere ammessi al via per arrivare, come detto, all’attuale 107%. Speriamo che basti, ma qualche situazione di pericolo in pista pare purtroppo inevitabile.

Perché sceglierle?

Abbiamo visto che chance di vittoria parrebbero non essercene e anche il podio appare un miraggio. Team importanti, come Martinez, hanno però scelto di schierarsi con una CRT. Le motivazioni ci sono e sono di un certo peso. Per prima cosa i costi sono contenuti; questo permette a team che non avrebbero avuto la possibilità di pagare un leasing molto pesante, come quello richiesto da Honda, di affacciarsi comunque alla massima ribalta. I costi di Ducati sono più abbordabili, ma la crisi tecnica dell’ultimo anno ha probabilmente indotto alla prudenza i possibili clienti. Poi c’è la sensazione, alimentata da importanti dichiarazioni di Ezpeleta in questa direzione, che le CRT possano diventare le MotoGP di un futuro prossimo. A questo punto meglio investire meno ed accumulare esperienza piuttosto che strizzare il portafogli e tra uno o due anni trovarsi a dover cambiare tutto. Maggior chiarezza da parte di Dorna renderebbe la creazione delle CRT un investimento e non una scommessa come appare oggi.


Tempi poco entusiasmanti anche per la FTR-Kawasaki 

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diapell
Sab, 12/17/2011 - 12:30
mmmmmmmmmmmmm.! ste crt non convincono per niente ! almeno per il momento.
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Rolly007
Dom, 03/11/2012 - 10:05
questa stagione ci saranno doppiaggi, ma perlomeno puo' sembrare la strada giusta perche' la moto gp non assomigli sempre di piu' alla formula 1 e sicuramente in momewnti di crisi una ventata nuova non puo far solo che bene a mio giudizio non vedere piu solo 16 17 morto al via e'solo un bene e poi chissa' qualche doppiaggio forse puo' favorire piloti meno competitivi dei soliti 3,4. ciao.
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Rolly007
Dom, 03/11/2012 - 10:05
questa stagione ci saranno doppiaggi, ma perlomeno puo' sembrare la strada giusta perche' la moto gp non assomigli sempre di piu' alla formula 1 e sicuramente in momewnti di crisi una ventata nuova non puo far solo che bene a mio giudizio non vedere piu solo 16 17 morto al via e'solo un bene e poi chissa' qualche doppiaggio forse puo' favorire piloti meno competitivi dei soliti 3,4. ciao.