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MotoGP Starting Grid: imprevedibile Silverstone, non è solo Marquez vs Dovizioso

Cinque vincitori diversi con quattro moto differenti, la pista inglese regala spettacolo: 2018 a parte, quando non si è corso perché la pioggia aveva reso il tracciato impraticabile. Honda sempre velocissima oltremanica e Lorenzo punta a ritrovare fiducia sul circuito dove ha vinto più di chiunque altro
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MotoGP
L’anno scorso la gara saltò sotto il diluvio universale, quest’anno Dovizioso, Marquez e compagnia ci riprovano. Silverstone – meteo permettendo- rimane uno dei weekend più belli della stagione e Guido Sassi ci porta in griglia con una nuova puntata di MotoGP Starting Grid.

La novità
In molti ricordano la clamorosa figuraccia fatta dagli organizzatori del GP di Gran Bretagna l’anno scorso: l’asfalto già pessimo per gli abbondanti avvallamenti non riusciva a drenare la pioggia e l’ad Stuart Pringle fu costretto a fare pubblica ammenda, oltre che annullare la gara e rimborsare i biglietti. Successivamente l’asfalto è stato rifatto sotto la supervisione del progettista Jarno Zaffelli, responsabile Dorna per i circuiti. Tuttavia, dopo il gran premio di Formula 1 di un mese fa, alcuni piloti hanno nuovamente puntato il dito contro i lavori eseguiti. Hamilton, Vettel, Sainz, Bottas: un po’ tutti hanno confermato che il grip è molto buono ma i dossi altrettanto importanti. Il 5 agosto sono stati quindi effettuati ulteriori lavori di sistemazione del manto stradale, per esempio nell’ultima sezione della pista. Basterà a rendere la situazione accettabile? L’incognita è totale.

Che numeri
5 vincitori diversi nelle ultime 5 edizioni e 4 marche differenti sul gradino più alto del podio: Silverstone ha visto vincere Lorenzo, Marquez, Rossi, Vinales e Dovizioso, con Suzuki e Ducati che si sono aggiunte al duopolio Honda-Yamaha. Il quadro di incertezza non deve fare dimenticare che Honda ha centrato la pole negli ultimi 7 anni prima del 2018, con ben 4 piloti differenti: Stoner, Bautista, Crutchlow e ovviamente Marquez. Il campione del mondo quest’anno ha mancato la prima fila solo ad Assen e facilmente tenterà la fuga anche a Silverstone: i migliori proveranno tutti a dare la caccia alla lepre, Dovizioso in testa.

La sfida
Jorge Lorenzo ha vinto più di chiunque altro su questa pista: 3 volte, a cui aggiunge 2 pole con Yamaha e Ducati. Il maiorchino è stato l’unico capace di spezzare l’egemonia Honda in qualifica, un dominio altrimenti ininterrotto dal 2011. Proprio ora che Lorenzo guida la RC213V il gioco si è fatto durissimo: Jorge ha saltato le ultime 4 gare per infortunio e la sua partecipazione a Silverstone rimane in dubbio: la sensazione è che il maiorchino proverà a tornare in sella, ma la sua partecipazione alla gara non è scontata. Riuscire a disputare il gran premio e magari classificarsi in top10 potrebbe già essere considerato un buon risultato dallo spagnolo: un primo passo per un nuovo inizio, dopo le troppe botte prese e le mille voci di mercato e ritiro che lo hanno investito.

Questa è storia
Tra le edizioni più belle qui disputate del GP di Gran Bretagna, il 2015 le batte tutte per noi italiani. Sotto il diluvio di Silverstone vinse Rossi, che ebbe la meglio nel duello con Marquez, caduto nella bagarre dopo avere perso l’anteriore della sua Honda. Alle spalle dell’italiano si scatenò la lotta tra Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso, con il ternano capace di battere il forlivese, per un podio tutto italiano. Il tricolore a monopolizzare il palco e Valentino in testa al mondiale: ancora oggi quello rimane il punto più alto del nostro recente motociclismo.

Hot spot
Con 18 curve sparse su quasi 6 chilometri di pista, Silverstone offre quasi illimitate possibilità di attaccare: sezioni veloci, lunghi rettilinei con importanti frenate, non manca davvero niente per rendere questa pista tra le più complete. Dovizioso ha costruito in parte il proprio successo alla staccata della Stowe, dove nel 2017 aveva una moto molto stabile e si portava dietro una gran velocità al termine dell’Hangar Straight. Ma in un duello all’ultimo giro potrebbe rivelarsi decisiva un’altra frenata, quella della Brooklands. La curva 16 arriva in fondo al Wellington Straight e introduce la sezione finale: Luffield e Woodcote sono due curve a destra dove è quasi impossibile passare, quindi la Brooklands rappresenta un po’ l’ultima spiaggia: nel 2017 Vinales frenava molto forte e la sapeva interpretare al meglio, vedremo in questo 2019 se sarà ancora una curva decisiva, soprattutto con il nuovo asfalto.
 

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