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FTR AMA, la special da sogno commissionata da Indian

La Casa americana si è rivolta a Brice Hennebert di Workhorse Speed Shop per realizzare questo modello, l’unico vincolo era che la vernice fosse ispirata alla livrea Martini Racing e così e stato. Il risultato è una special dallo spirito aggressivo e uno stile da muscle bike
Ricordate l’Indian Appaloosa? È il dragster fatto realizzare da Indian per le manifestazioni più importanti, schierato anche al Baikal Mile, la gara di accelerazione sul celebre lago siberiano congelato. Lo sprinter racer era opera di Brice Hennebert di Workhorse Speed Shop, ed è a lui che la Casa americana si è rivolta per realizzare due special basate sul modello FTR, richieste da due fratelli appassionatissimi.



Buona la prima
Questa è la prima e si chiama FTR AMA. Hennebert ha potuto dare libero sfogo alla sua fantasia perché il capitolato era generico: “Il brief era piuttosto aperto – ha raccontato –. Qualcosa di colorato e ben definito come un carro armato da guerra. L’unico vincolo era che la vernice fosse ispirata alla livrea Martini Racing. Così le principali influenze sono state la Lancia Delta HF mescolata con la Honda Bol d’Or 750 e un po’ di DNA di muscle bike. Ho utilizzato la progettazione CAD diretta basata su una scansione 3D del telaio FTR. Quindi, tutte le parti di carrozzeria sono state stampate in 3D e rinforzate con fibra di carbonio”.
Dietro la tabella frontale è stato montato il cruscotto della nuova Indian Chief il cui disegno è più in linea con l’aspetto di una moto da corsa retrò, ma con tutte le possibilità di un cruscotto moderno, come la connessione allo smartphone.



Nuova aspirazione
La sella è stata rivestita in pelle liscia spazzolata e il fanale posteriore è stato prelevato da un vecchio modello e trasformato inserendoci dei LED. È stato ridisegnato e stampato in 3D anche il sistema di aspirazione, per fare in modo che potesse ospitare i filtri dell’aria ad alte prestazioni, e il serbatoio è stato diviso in due elementi in alluminio per adattarlo alla nuova carrozzeria: uno sotto il coperchio del serbatoio e l’altro sotto la sella.
Tutte le lavorazioni meccaniche del progetto sono state commissionate a Vinco Racing, in Olanda, e tra di esse i componenti del forcellone, le staffe dei freni, la forcella, i componenti dei due serbatoi, le staffe anteriori per il radiatore dell'olio e altro ancora.
Hennebert si è sbizzarrito anche sulle sospensioni: “La forcella è una Öhlins da 43 mm Ø – racconta –. E nella parte posteriore, la sezione della coda è stata modificata per utilizzare doppi ammortizzatori Öhlins piggyback accoppiati a un forcellone 40 mm più lungo dell'originale, costruito con tubi in alluminio 7020”.
Le ruote vengono dall’Italia, una versione modificata delle Rush di JoNich Wheels, e sono state completate con un set di pneumatici Dunlop GP, mentre i freni sono derivati da quelli prodotti da Beringer Brakes. Infine lo scarico, realizzato artigianalmente e dotato di un paio di silenziatori S&S Cycle Grand National modificati. La livrea è stata disegnata da Axecent in Giappone e realizzata negli stati Uniti.
Il risultato, lo vedete, è affascinante. Però ricordate che i fratelli sono due. Hennebert adesso deve cominciare a lavorare alla moto del secondo e non sarà uno scherzo. Sappiamo solo che si chiamerà Black Swan. Tutto il resto è ancora da pensare.

 

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