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Fase 2, FMI e Confindustria Ancma scrivono al Governo

In una lettera indirizzata al premier Conte e ai ministri De Micheli e Spadafora, i presidenti delle due associazioni chiedono maggior attenzione all’interno comparto colpito dal lockdown e più agevolazioni all’utilizzo delle due ruote a motore
Un aiuto per ripartire
Il mondo delle due ruote a motore chiede a gran voce attenzione al Governo. Il presidente della Federazione Motociclistica Italiana, Giovanni Copioli (a sinistra nella foto), e quello di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), Paolo Magri (a destra), hanno segnalato in una lettera congiunta il difficile stato in cui versa l'intero comparto. I destinatari? Il premier Giuseppe Conte e i titolari dei dicasteri delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli, e dello Sport, Vincenzo Spadafora. Sul tavolo, tra le altre cose, ci sono la richiesta di incentivi all’acquisto, defiscalizzazioni per abbigliamento protettivo, maggiore chiarezza nelle disposizioni per l’uso delle motociclette in ambito sportivo e mototuristico. A essere interessato è l'intero comparto che in Italia genera occupazione per un indotto di oltre 90mila persone; bisogna poi considerare l’attività sportiva di settore e gli oltre 110mila tesserati strutturati in 1740 Moto Club. “Ci rendiamo perfettamente conto delle difficoltà operative in cui è costretto a lavorare il Governo Italiano in queste settimane” si legge nella lettera, “desideriamo però attirare con forza la Sua attenzione verso alcuni argomenti di particolare importanza, proprio a fronte dei numeri sopra elencati”. Il primo è la “situazione economica, mobilità e circolazione”. Bisogna aiutare le imprese: “Lo strumento degli incentivi economici è indispensabile per favorire l’accesso dei cittadini a un mezzo di spostamento sostenibile e per aiutare aziende e concessionari a smaltire gli stock di veicoli euro 4 formatisi a causa del lockdown. Moto e scooter anche elettrici, hanno un ruolo decisivo nel risolvere i problemi di traffico e certamente rispettano il fondamentale distanziamento sociale. In più sulle medie e lunghe distanze (tangenziali e strade a grande percorrenza) risultano decisamente più idonei”, scrivono i due presidenti. Il secondo punto riguarda “discrezionalità regionali, attività sportiva individuale e atleti di interesse nazionale”. In poche parle ogni Regione fa da sé nella regolamentazione dell'uso delle moto nella Fase 2 (per turismo e per sport), con la conseguente confusione. “I nostri utenti faticano a districarsi in un'enorme mole di norme diverse, spesso in contrasto tra loro, alimentando le loro proteste anche nei confronti dell’Autorità di Governo”, continua la lettera, “dal 4 maggio si possono effettuare attività sportive individuali, ma nei documenti ufficiali non riusciamo a trovare la chiarezza che auspichiamo riguardo l’uso delle motociclette, strumento a guida singola e distanziata per eccellenza. Siamo invece fermamente convinti che l’uso sportivo della motocicletta, in pista o in fuoristrada, abbia caratteristiche decisamente simili a quello della bicicletta o del cavallo”. C'è poi lo sport: “Limitare gli allenamenti agli atleti di interesse nazionale trascura la maggioranza degli appassionati che formano una base consolidata e indispensabile per le nostre attività”, si legge. Da ultimo la richiesta di sospendere il divieto di circolazione delle oltre 250mila motociclette iscritte al Registro Storico, “perché anche le moto storiche, se ufficialmente certificate, possono rappresentare una valida alternativa alla mobilità”. 

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