Carolina Reaper, la Royal Enfield Guerrilla 450 diventa... piccante
La Guerrilla 450 diventa una flat tracker da gara grazie al customizer Toshiyuki “Cheetah” Osawa. Telaio rivisto, ciclistica dedicata, carrozzeria in alluminio e una livrea infuocata danno vita a questa special col nome del peperoncino più piccante al mondo
La Royal Enfield Guerrilla 450 nelle mani giuste può diventare qualcosa di completamente diverso. È quello che è successo con questa special realizzata da Toshiyuki “Cheetah” Osawa, preparatore giapponese noto per le sue creazioni estreme, che ha trasformato la Guerrilla in una flat tracker da gara soprannominata “Carolina Reaper”. Il nome non è casuale: il Carolina Reaper è il peperoncino più piccante al mondo. Allo stesso modo, questa Guerrilla 450 è stata pensata per essere aggressiva, leggera e senza compromessi, con un look infuocato e un assetto affilato per l’uso su piste di flat track.
Una special per onorare la sua passione
Osawa-san vive e lavora a Tokyo ed è l’organizzatore dell’evento di flat track “Have Fun”. Conoscendo bene le gare giapponesi ha deciso di riprogettare la moto partendo dalla ciclistica. Il posteriore è stato abbassato e l’avantreno rivisto per rendere la moto più rapida e stabile nelle curve strette. Il progetto unisce elementi retrò e moderni: da un lato l’aspetto e le prestazioni delle moderne flat tracker DTX derivate dal motocross, dall’altro il carattere più classico delle framer, le moto da flat track costruite attorno a telai in acciaio. Il risultato è una moto che richiama lo spirito delle corse americane degli anni ’70, ma con soluzioni tecniche attuali e moderne.
Telaietto e forcellone riprogettati
Il forcellone è stato realizzato artigianalmente, mentre il telaio resta quello orignale
Per ottenere le giuste proporzioni, Cheetah ha costruito un nuovo telaietto posteriore e un forcellone su misura, lasciando invariato il telaio principale della Guerrilla 450. Il forcellone è realizzato in acciaio al cromo-molibdeno e il monoammortizzatore è ora fissato direttamente ad esso, eliminando il leveraggio originale. Cheetah ha poi previsto tre differenti punti di fissaggio di questo sul forcellone, permettono di modificare rapidamente la geometria in base alle condizioni della pista. All’anteriore troviamo invece una forcella WP Apex a steli rovesciati regolabile nell’idraulica, mentre le ruote da 19 pollici montano pneumatici Maxxis DTR-1 specifici per il flat track.
Le sovrastrutture sono state realizzate completamente in alluminio piegato a mano, con il serbatoio che è caratterizzato da una grande apertura superiore per ospitare il nuovo filtro dell’aria. Essendo una moto pensata solo per le gare, l’equipaggiamento è ridotto al minimo. La strumentazione è stata rimossa, il manubrio modificato e i comandi presenti su di esso sono solo quelli basilari. Al posto del faro anteriore c’è una tabella portanumero, mentre i comandi a pedale sono stati realizzati su misura e montano pedane in gomma Bates. L’impianto di scarico è composto da un collettore in acciaio inox abbinato a un silenziatore IXRACE. La verniciatura, dopo il fondo steso da S Paint Works, è stata completata direttamente da Cheetah con una vistosa finitura a fiamme. I dettagli finali includono un nuovo rivestimento della sella firmato Atelier Tee, tanti particolari di colore rosso e lavorazioni artigianali su alcune parti in alluminio.
Vista dall'alto la Carolina Reaper è compatta e snellissima, per essere gestita al meglio durante la guida
Foto e immagini