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Altro che elettrico, il MIT di Boston punta sulla moto a idrogeno: ecco come

Il Massachussetts Institute of Technology ha deciso di puntare sulla tecnologia dell’idrogeno per realizzare un prototipo di motocicletta a zero emissioni

Fra le strade che si stanno sondando alla ricerca di una mobilità a emissioni zero, c’è anche l’idrogeno. Come è noto Honda, Kawasaki, Suzuki e Yamaha hanno riunito le forze coalizzandosi nel gruppo HySE (Hydrogen Small Mobility & Engine Technology) per sviluppare la tecnologia dell’idrogeno nel campo delle due ruote: Kawasaki ha già realizzato un prototipo a idrogeno basato sulla supertourer Ninja H2 SX e Suzuki ha presentato uno scooter concept alimentato a idrogeno al Japan Mobility Show 2023.

 

Idrogeno ma per celle a combustibile

Sta lavorando nella stessa direzione il Massachussetts Institute of Technology (MIT), uno dei più importanti centri di ricerca e università degli Stati Uniti. Nei suoi laboratori è stata costruita una motocicletta sperimentale alimentata ad idrogeno, con l’obiettivo di sviluppare questa tecnologia per veicoli di vario genere. C’è una differenza fondamentale però. I giapponesi usano l’idrogeno come combustibile, il MIT invece lavora sulle celle a combustibile, cioè impiega l’idrogeno per alimentare un motore elettrico che produce la potenza destinata alla ruota motrice, come potrebbe avvenire utilizzando una normale batteria.

 

I vantaggi di questa scelta

La differenza rispetto a quest’ultima sta nella maggiore autonomia, nel tempo di ricarica (basta fare un pieno di idrogeno) e nel fatto che non vengono prodotte le emissioni che si generano invece nel processo di estrazione mineraria del litio, usato negli elettrodi di una batteria ricaricabile.Il prototipo è stato sviluppato dal MIT Electric Vehicle Team, un dipartimento che ha alle spalle una lunga storia di competizioni in questa categoria, ma la nuova moto che lo scorso ottobre ha effettuato un primo test in pista per il momento verrà solo esposta alle conferenze.

Per il momento. Già, perché il project leader Aditya Mehrotra ha messo le mani avanti, affermando: "Speriamo di utilizzare questo progetto come un'opportunità per avviare un confronto sui 'piccoli sistemi a idrogeno' che porti a un aumento della domanda, da cui potrebbe conseguire lo sviluppo di ulteriori infrastrutture”.

Il problema principale infatti sta nelle stazioni di rifornimento dell’idrogeno: la Shell ha appena chiuso quelle che aveva allestito in California, dopo che nell’ottobre 2022 aveva fatto la stessa cosa con quelle in Gran Bretagna.

Leggi anche il nostro approfondimento sulle tecnologie per alimentare i motori con l'idrogeno.

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