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46Works BMW R75/5, la vecchietta corre forte

Ennesima BMW ed ennesimo capolavoro del talentuoso preparatore giapponese Shiro Nakajima. Questa volta è il turno di una vecchia R75/5 che dopo esser passata sotto le sue amorevoli cure s’è trasformata in un missile da pista
 
Arte giapponese veloce
Fughiamo subito tutti i dubbi, Valentino Rossi non c’entra nulla col numero presente nel brand 46Works: quelle due cifre corrispondono alla pronuncia in giapponese di Shiro, il nome di Nakajima, fondatore del marchio.
Dopo aver lasciato la famosa officina Ritmo Sereno, dal 2014 il giapponese, sotto l’egida del suo nuovo marchio, propone special raffinate e molto spesso su base boxer, non solo moderni come la fantastica R nineT che venne mostrata a EICMA 2 anni fa, ma anche d’annata. Questa R75/5 è l’ultima uscita dalla sua officina.
Le forme da classicona della BMW sono state stirate e modificate, ottenendo questo pregevole risultato, una racer scarenata che sembra essere stata appena strappata alla pista. L’occasione per costruirla è giunta grazie al campionato per moto retrò  "Legend of Classic" che si svolge in quattro appuntamenti sulle piste del Sol Levante di Tsukuba e del Fuji. Tre mesi per costruirla, poi è stato lo stesso Nakajima a portare in pista la tedesca, che rispetto alla sua configurazione stock dispone della ragguardevole potenza di 85 cavalli.
Il motore è stato infatti completamente revisionato: bielle Carrillo, cilindrata aumentata a 979 centimetri cubi, valvole maggiorate, un nuovo albero a camme, carburatori Keihin CR da39 mm e i 50 cavalli di serie sono solo un bel ricordo. Shiro oltre ad avere del gran gusto per le forme, è anche un maestro della tecnica e della lavorazione dei metalli: anche su questa BMW i collettori di scarico sono stati sostituiti con degli elementi in titanio fabbricati artigianalmente che terminano con un desueto terminale cilindrico.
Alla voce “ciclistica” da segnalare la sostituzione della forcella con un modello da 35 millimentri proveniente da una Yamaha e l’installazione al posteriore di un mono marchiato Öhlins con molla progressiva. I cerchi sono una coppia di Excel accoppiati a delle coperture Dunlop Arrowmax GT601.
Il serbatoio originale, troppo voluminoso, è stato sostituito con quello più snello di una R90/6 che, insieme al codino costruito su misura, accorcia parecchio la linea della motocicletta e la rende più leggera. La scelta del colore è caduta su un bellissimo tono blu/grigio che ricorda i cieli che promettono temporali.
Sfiziosi i dettagli della tabella portanumero anteriore,del tappo Monza per la benzina e dello strumento Stack, vero e proprio must have per le macchine da corsa.
A proposito di gare, con un missile del genere era quasi d’obbligo far bella figura al Legend of Classic; Nakajima ha fatto di meglio: l’ha vinto. I complimenti per lui sono doppi quindi. Bravo!
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