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Swank Rally Tunisia: la scelta giusta per una prima volta tra le dune

Non è un evento adatto ai principianti, ma con un minimo di esperienza alle spalle si può partecipare, almeno nella categoria raid. Sabbia, piste e uno spirito leggero: la vittoria è andata ad Andrea Gava, ma tutti si sono divertiti e hanno imparato qualcosa

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La prima edizione dello Swank Rally Tunisia è stata una sorta di esperimento per portare l'esperienza degli eventi organizzati da Deus Ex Machina all'interno di una gara africana: un gentleman rally, ma anche un'avventura, con la possibilità di imparare a navigare nel deserto o a sperimentare l'emozione di guidare tra le dune per chi non lo aveva mai fatto. Il racconto del nostro Guido Sassi.

 

Verifiche e prologo

Le formule per partecipare erano due: competitiva e raid, la prima riservata a chi navigava con road book, la seconda aperta alle tracce .gpx. C'era comunque la possibilità di registrare il tempo anche per gli iscritti fuori classifica, ma tendenzialmente chi faceva parte del secondo gruppo era in Africa per fare esperienza, con il ragionevole obiettivo di completare tutte le tappe.

Le operazioni di registrazione sono state rapide, così come il viaggio, tutto sommato. I voli erano da Milano o Roma per Tunisi, il trasferimento a Douz ha impiegato circa sei ore di viaggio. Insomma, 24 ore dopo l'imbarco, eravamo già riposati da una prima notte in terra tunisina e avevamo già le moto pronte a partire: se si parla di Africa non è poca cosa.

Douz rappresenta un po' la porta del Sahara: è una cittadina molto attiva, con 40mila abitanti, un bel mercato, diversi hotel per i turisti che cercano un primo approccio con il deserto, il posto perfetto per dare il via alle operazioni.

Appena fuori dal “cammellodromo” ci sono già dune di una certa elevazione, e il prologo di 58 chilometri aveva tutto quello che serviva per essere un vero antipasto delle difficoltà che i partecipanti avrebbero incontrato nei giorni a seguire. Ottima quindi la tracciatura di Alessandro Botturi, che ha messo tutti subito sul binario giusto con una prova realmente introduttiva. Non facile, almeno a tratti: sabbia soffice, con tutti gli annessi e connessi per chi doveva affrontarla per la prima volta. Sotto il profilo sportivo invece sono state poche le sorprese: vittoria per Davide Cominardi (Husqvarna FE350) davanti ad Alessandro Ruoso (Yamaha Ténéré) e Filippo Pietri (Sherco 450), ma risultato utile solo a definire l'ordine di partenza del giorno successivo.

 

Prima tappa

Con la giornata dedicata al primo stage, lo Swank Rally Tunisia si è spostato lungo la direttrice sud-est: 167 chilometri fino a Camp Zmela. La tappa ha sfiorato il Jebil National Parc a inizio ps, dopo una sessantina di km, per poi ritrovare altre dune a Ksar Ghilane. Da refueling in poi la tappa ha cambiato faccia: piste poco visibili e dune più basse, tanta navigazione che ha messo alla prova tanto gli agonisti quanto i non competitivi. Per quelli che “con il navigatore basta seguire la traccia” consiglio di provare: ci sono tratti nei quali non è semplicissimo trovare la via per muoversi tra erba chamot, dunette e piste che si biforcano. Niente di impossibile, beninteso, ma bisogna sempre fare attenzione per riuscire a tenersi più o meno lungo il percorso. Dal punto di vista della gara, prima vittoria di tappa per Andrea Gava (Beta 390RR), che ha preso anche la testa della generale. Dietro a lui Alessandro Ruoso, terzo Filippo Pietri.

Per i partecipanti al raid è stata una giornata dura: tanta sabbia vuol dire pure tanta esperienza, ma la si mette insieme anche cadendo o rimanendo bloccati tra le dune. È successo anche a me, e ci ho messo un bel venti minuti per venirne a capo: bisogna sdraiare la moto, far scivolare la sabbia sotto la ruota posteriore e poi riprovare a partire. Non sempre riesce al primo colpo e dopo che per un paio di volte si è sollevato a braccia un bestione come il Ténéré (tra l'altro avevo da poco fatto benzina), tra il caldo e la stanchezza ci si sente già da buttare via. Un consiglio? Tanto allenamento prima di partire!

 

Seconda tappa

Camp Zmela è un piccolo insediamento, una ventina di chilometri in linea d'aria a sud di Ksar Ghilane. Le tende si trovano ai piedi di un grande cordone di dune, un luogo davvero incantevole, toccato da diversi rally e tour. Lo Swank Rally Tunisia ha però invertito subito la rotta per la seconda tappa, con altri 169 chilometri, ma in direzione nord: destinazione Matmata.

La giornata è stata contrassegnata da un deciso cambio di caratteristiche del percorso: molta meno sabbia, pochissime dune, e tante piste dove far correre la moto. Un vero divertimento, in particolare per chi aveva una bicilindrica come me, e paesaggi davvero stupefacenti. Soprattutto a nord, verso fine tappa, con il verde che chilometro dopo chilometro guadagnava punti nel paesaggio. Matmata poi è stata una vera sorpresa: un paesino che per certi versi ricorda la Cappadocia, con abitazioni scavate nella terra (anche se non della stessa forma dei "camini delle fate" che si vedono dalle parti di Goreme) e profondi canyon a solcare le montagne. Il panorama assume connotati “marziani”, con il rosso a farla da padrona. Sono colori e forme che hanno ispirato anche gli sceneggiatori di Star Wars, tanto che una scena di un episodio della saga è stata girata proprio a Matmata. Dove c'era il set oggi sorge un hotel (ovviamente a tema), ma quarant'anni fa non c'era praticamente nulla.

Per quanto riguarda la gara, nessuna novità di rilievo, con la conferma di Gava, Ruoso e Pietri sul podio virtuale del rally.

 

Terza tappa

Uno degli aspetti positivi dello Swank Rally Tunisia - a mio avviso- è che le tappe avevano generalmente poco trasferimento, e con un chilometraggio tutto sommato contenuto le speciali mantenevano uno sviluppo non trascurabile. Il quarto giorno ha coinciso con lo stage marathon – senza assistenza dei meccanici- e come ogni tappa regina che si rispetti le distanze sono state importanti. Certo, 221 chilometri non sono niente se paragonati alle tappe di un Dakar, ma considerando che lo Swank doveva essere un rally “introduttivo”, Botturi e Zocchi non hanno fatto mancare nulla ai partecipanti.

La speciale è partita a Ksar Ghilane: dune fin dal principio, con il cordone di El-Biban, poi di nuovo la pista Parc Jebil-Ksar Ghilane e poi ancora dune fino a Camp Mars. Una giornata campale per piloti più e meno esperti, con tutte le difficoltà di un percorso che ha impegnato i partecipanti -non i primi ovviamente- per otto ore circa. Nessuno scossone particolare per la classifica, anche se al terzo posto di giornata (dietro a Gava e Ruoso) si è piazzata la britannica Jane Daniels (Fantic XEF 450 Rally), davvero brava a uscire indenne dal trappolone sabbioso.

 

Quarta tappa

Sarebbe dovuta essere lunga 113 chilometri, è durata circa la metà: l'ultima tappa dello Swank Rally Tunisia ha incontrato sulla sua strada letteralmente la furia degli elementi, con una tempesta di sabbia che si è abbattuta sui partecipanti senza pietà. Si può dire che è una esperienza da vivere, ma sicuramente non è semplice guidare là in mezzo: la visibilità cala spesso a pochi metri, l'equilibrio è messo in crisi dalle raffiche, la consistenza della sabbia sotto le ruote è tutta da trovare. La sabbia infatti non fa tempo a compattarsi e offre un sostegno che spesso non è il massimo, ma tutti gli iscritti si sono ben difesi fino al Café de la Tent, punto di rifornimento al 67esimo chilometro. A quel punto lo staff ha deciso di terminare la speciale al punto raggiunto, perché proseguire in mezzo a quella bufera sarebbe stato troppo pericoloso.

La generale ha così decretato la vittoria di Andrea Gava davanti ad Alessandro Ruoso e Filippo Pietri, ma un bravo va a tutti quelli che sono arrivati alla fine. Dal refueling fino a Douz, la carovana ha proseguito insieme, con punto d'arrivo il cammellodromo della cittadina sede di inizio/fine gara. Tanto per non farsi mancare nulla, gli iscritti si sono cimentati in una prova conclusiva di velocità, un giro dell'impianto di qualche centinaio di metri.

Insomma, la voglia di stare insieme e divertirsi non è mai mancata, e si può ben dire che – per chi ha già più di un minimo di esperienza nella guida in fuoristrada- partecipare a un rally come quello organizzato da Adventure Riding, Alessandro Botturi e Deus Ex Machina è un'esperienza che arricchisce molto e soddisfa in pieno.

 

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