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I tour di InSella: Sulcis in fuoristrada, una scoperta continua

Claudio Gambula di Sbarbytour ci ha portato su un percorso offroad adatto alle bicilindriche dual: dal monte Rosas a Sant'Antioco e di nuovo nell'entroterra, attraversando la foresta di Bellicai. 200 chilometri di divertimento, senza esagerare con le difficoltà
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La Sardegna è la terra promessa per gli amanti del fuoristrada a due ruote: la quantità di chilometri di sterrato disponibile è enorme, i panorami incantevoli, la varietà degli itinerari probabilmente unica per fondo e sviluppo. Oggi vi proponiamo un percorso che ben si integra con quello descritto nell'articolo precedente: una giornata di off-road facile nel Sulcis-Iglesiente, perfetto per le moto dual, anche di grossa cilindrata. In questa escursione ci ha accompagnato la guida Claudio Gambula, di Sbarbytour.

Al centro del divertimento
Il giro è iniziato a Narcao, un piccolo paese del Sulcis, un'ora di macchina a est di Cagliari. Noi ci siamo arrivati da nord, sulla ss293. È una bella strada senza traffico, che passa per il castello di Acquafredda e attraversa un'area di riserve naturali ricca di verde. Ci sono anche diversi chilometri di curve piacevolissime prima di entrare nell'abitato.
Nell'attività di Sbarbytour l'enduro ha un posto di rilievo: Claudio e sua moglie sono impegnati principalmente nell'accompagnare i clienti con moto specialistiche, e offrono anche un servizio di noleggio, con diverse Husqvarna a disposizione. Il nostro giro è decisamente più soft, e si può affrontare anche con grosse bicilindriche. Di asfalto ne vediamo poco, perché già a pochi chilometri dalla partenza ci muoviamo in off-road, inizialmente su strade bianche. Dopo il villaggio minerario di Rosas saliamo di quota e troviamo un terreno più mosso, ma non difficile. Il fondo a tratti è pietroso ma facilmente percorribile, la sezione larga. Inizialmente saliamo, e per un'oretta poi proseguiamo più o meno in quota, rimanendo sulla cresta della montagna e godendo di uno splendido panorama. All'orizzonte si vede già l'isola di Sant'Antioco, meta del nostro tour, ma prima scendiamo nella laguna tra Palmas e l'isola stessa. Attraversiamo le saline, popolate di fenicotteri rosa, e proseguiamo circondati dall'acqua in ogni direzione. È uno spettacolo magico, per le mille sfumature di blu che cambiano in continuazione tra mare e cielo, ed è divertente proseguire sul fondo sabbioso delle lingue di terra che collegano le saline.

Un'isola intrigante
Attraverso il ponte sull'istmo artificiale che collega Sant'Antioco al resto della Sardegna, abbiamo accesso a una delle aree più a occidente della regione. L'isola è la quarta per estensione di tutta l'Italia e si presenta come un promontorio le cui alture sono punteggiate di macchia mediterranea. Sant'Antioco è di origine vulcanica, la terra rossa mista a minuscoli sassolini si impasta alla prima pioggia  in una specie di impasto che non promette niente di buono sugli pneumatici, ma noi di acqua ne prendiamo davvero poca e possiamo goderci le stradine dell'interno, e poi quelle più costiere, a picco sulle falesie. Qua e là spuntano mille calette buone per fare il bagno, ma noi non ci fermiamo e ritorniamo sulla terra ferma.

Un viaggio nel passato
Ci aspettano ancora paesaggi di un mondo scomparso: prima la ex miniera di monte Onixeddu, poi il complesso di Barega. Il fondo si fa duro, a tratti anche sconnesso, ma mai impossibile. L'importante è tenere sempre lo sguardo un pelo avanti per capire dove passare, e per il resto non avere timore di aprire il gas, giusto quel che serve per non rimanere bloccati in situazioni poco confortevoli. La moto è un bellissimo mezzo per conoscere la storia di questi luoghi: strutture abbandonate spuntano qua e là come antenne arrugginite in mezzo al bosco, testimoni di un'epoca storica nella quale l'uomo cercava di strappare alla natura il pane quotidiano al prezzo di grandissimi sforzi.

Al riparo dalla calura
Le ore passano, ma la voglia di guidare non cala, così come la fiamma del sole. Le temperature sono davvero impegnative e decidiamo di rifugiarsi nel bosco di Bellicai, una meravigliosa foresta costellata di sugherete, dove il terreno è morbido, ricoperto di foglie e corteccia. La luce filtra dagli alberi e illumina ogni cosa con riflessi d'argento. È bellissimo guidare qua sotto, sembra quasi di essere nascosti al mondo, a giocare lontano dalle preoccupazioni quotidiane.
Facciamo pausa presso una vasca di abbeveraggio per gli animali, all'ombra di una quercia secolare. Ormai ci sentiamo un po' bestie – bestie stanche- anche noi, e dopo quasi duecento chilometri decidiamo di indirizzare il nostro tour verso la sua conclusione. Risaliamo verso il monte Rosmarino, prendiamo una bella strada bianca che ci porta nuovamente verso la costa. Come per il tour precedente, anche in questo caso terminiamo le nostre peripezie a Buggerru. Con il suo mare splendido, questo angolo di Sardegna ci fa pensare che potrebbe essere un ottimo punto di partenza e ritorno per diverse escursioni a margherita, nel corso di un weekend lungo o una settimana di off-road. Di sicuro da queste parti non ci si annoia; basta avere una moto e trovare la guida giusta, e il divertimento è assicurato.

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