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VIDEO Italian Volt Lacama 2.0: in anteprima la streetfighter elettrica!

Abbiamo provato in assoluta anteprima la naked sportiva marcata Italian Volt: rigorosamente made in Motor Valley (il Gruppo Tazzari ha sede a Imola), presenta una serie di soluzioni esclusive e all'avanguardia

L’evoluzione della naked sportiva a batterie di Italian Volt si chiama Lacama 2.0. Il nome è un’abbreviazione di “la camaleontica” e ben si addice a questa moto che ha nella possibilità personalizzazione uno dei propri cavalli di battaglia: si può infatti attingere a un’ampia palette di colori per telaio, forcellone e carrozzeria, nonché scegliere il design del “front type” (cioè in sostanza del cupolino e del faro) tra dieci tipologie e, infine, scegliere il tipo (biposto o monoposto) e il colore della sella. Gli abbinamenti possibili sono quindi innumerevoli e il cliente può cucirsi la moto addosso secondo i propri gusti estetici.

La Lacama 2.0 però è ben più di un giocattolo personalizzabile: gli uomini di Italian Volt, eccellenza della Motor Valley che fa parte del gruppo Tazzari, sono orgogliosi di una moto pensata e prodotta quasi interamente nello stabilimento di Imola con soluzioni straordinarie: ci riferiamo ad esempio al telaio che è il risultato di un’unica fusione di alluminio (pesa solo 11 kg, mentre 219 kg è il peso totale della moto), proprio come il forcellone. Il motore a flusso assiale, capace di 150 CV e 230 Nm di coppia è compatto e leggerissimo (11 kg, come il telaio) ed è alimentato da un innovativo pacco batterie immerso in un liquido dielettrico che ha anche la funzione di riscaldare o raffreddare le celle, annullando peraltro i rischi di incendio. L’autonomia è superiore a 200 km con il test WMTC (test che riproduce in modo abbastanza fedele l’utilizzo reale della moto). Le prestazioni disponibili utilizzando il riding mode “Rocket!”, (che è il più esuberante dei quattro disponibili sono notevoli: 230 km/h di velocità massima e 3,8 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h). La trasmissione finale è diretta, tramite una cinghia in fibra di carbonio. Di primo piano anche la dotazione elettronica: il cervello della Lacama 2.0 è una piattaforma inerziale a sei assi che regola controllo di trazione, abs cornering e anti-impennata. Eccellente il resto della componentistica: impianto frenante targato Brembo con pinze anteriori monoblocco e sospensioni Ohlins completamente regolabili.

Il telaio della Lacama 2.0 è in fusione unica di alluminio

Abbiamo provato un esemplare di pre-serie, marcato “000”, che presentava un setting decisamente rigido, soprattutto la forcella: vibrazioni (ovviamente assenti) e rombo (il silenzio è totale, non c’è nemmeno il classico sibilo) a parte, l’esperienza di guida è molto simile a quella che si può vivere a bordo di una moderna hypernaked, sia dal punto di vista delle prestazioni (in mappa “Rocket!” l’accelerazione strappa le braccia a ogni rotazione dell’acceleratore) sia per la posizione di guida, decisamente votata alla guida dinamica, con polsi e collo molto caricati e ginocchia alte e piegate. Tuttavia la Lacama 2.0 prevede la regolazione delle pedane in senso longitudinale, in modo da rendere la posizione in sella meno sacrificata. A proposito di sella, l’imbottitura in gel non è spessa ma è molto efficace. Tra le gambe, la moto risulta estremamente sottile e si avverte subito che è ben bilanciata: la classica frase “una volta in movimento sembra una bicicletta” qui è più vera che mai. Tanto che, a dispetto dell’esuberanza del motore e della rigidità di assetto, la Lacama concede in fretta una buona confidenza, lasciando intendere subito di avere un limite molto più alto di quanto potessimo verificare nel traffico imolese. Al di là delle prestazioni pure, ci è piaciuta molto la risposta del motore, priva di quel ritardo tipico delle unità elettriche.
Il prezzo della Lacama 2.0 è obiettivamente "impegnativo": si parla di 32.000 euro più iva (al netto degli ecoincentivi siamo comunque intorno ai 36.000).

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