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Guida autonoma sulle moto: Honda ci crede davvero

Combinare i diversi sistemi di aiuti alla guida per sviluppare un sistema di guida “semi-autonoma” da applicare alle due ruote. Un ulteriore brevetto depositato da Honda mostra che è possibile: ecco come potrebbe funzionare

Studiati e sviluppati sulle automobili, gli aiuti alla guida stanno approdando anche in campo motociclistico: oggi, sistemi intelligenti come radar e telecamere sono sempre più diffusi e i modelli a due ruote che li montano, per quanto di fascia alta, sempre più numerosi. La stessa cosa potrebbe avvenire per la guida autonoma: allo studio sulle quattro ruote, non è da escludere che arrivi un giorno anche sulle due. Per ovvie ragioni, sarebbe in questo caso più corretto parlare di guida “semi-autonoma”, intesa cioè come un “pacchetto” particolarmente ricco di aiuti alla guida, in grado fondamentalmente di aiutare il pilota durante gli spostamenti più lunghi e noiosi, magari in autostrada. Vari esempi ce li ha forniti in questo caso Honda: nel 2017 con le concept bike Riding Assist e Riding Assist-e in grado di bilanciarsi da sole e restare ”in piedi” anche da ferme, poi nel 2020 con il brevetto per un sistema in grado di gestire, oltre ad accelerazione e frenata automatiche, anche l’assistenza alla sterzata e, infine, pochi mesi fa con un ulteriore studio per combinare telecamere, radar e LIDAR in un unico grande sistema di aiuti alla guida.

Un nuovo brevetto
Strada, quest’ultima, che la Casa nipponica percorre a quanto pare a gran velocità, considerato l’ancor più recente brevetto depositato poche settimane fa. Il concetto rimane lo stesso: approdare alla guida semi-autonoma attraverso una combinazione di aiuti alla guida (in parte già esistenti) capaci di lavorare all’unisono per raccogliere dati ed informazioni successivamente processate da un unico “cervello elettronico”. Il brevetto ci mostra infatti una moto equipaggiata con telecamere, radar, GPS, sistemi di comunicazione vehicle -to-vehicle e, fondamentale, sensore LiDAR, indispensabile per creare un’immagine 3D di ciò che circonda moto e passeggero e, quindi, agire di conseguenza. Ma c’è dell’altro: lo studio mette in campo anche una sorta di servosterzo elettronico combinato ad una centralina ed in grado pertanto di “reagire” in base agli input ricevuti dai numerosi sensori e sistemi sopra elencati. In pratica, una sterzata automatica per evitare un oggetto o un pericolo.

Problemi? Ci sono le soluzioni
Ovvio, più volte ne abbiamo parlato, i problemi e gli ostacoli quando si parla di moto e guida autonoma sono ancora tantissimi: sterzare in automatico come farebbe un’automobile è, per le due ruote, tutta un’altra storia, esattamente come potrebbe essere una frenata di emergenza, che rischierebbe di scaraventare il pilota distratto decine di metri più avanti sull’asfalto. Tuttavia, per quanto da “affinare”, esistono anche delle possibili soluzioni (vi ricordate il sistema di frenata automatica basato sull'attenzione del pilota messo a punto da Harley - Davidson?) e studi al riguardo. Insomma, la strada è ancora lunga, ma la direzione si direbbe ormai tracciata…

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