Crisi KTM, ora è in amministrazione controllata
Si aggrava la situazione di KTM, che entra in amministrazione controllata: il debito è altissimo e la situazione tutt’altro che rosea
Amministrazione controllata
Che KTM e le sorelle del gruppo Pierer Mobility Husqvarna, Gas gas e MV Agusta, non navigassero in buone acque si sapeva da tempo: la holding aveva annunciato un piano di riduzione dei costi, con taglio di 200 posti di lavoro e produzione ridotta del 25%. Veniva anche annunciata una nuova procedura di ristrutturazione della UE, che avrebbe consentito di risollevarsi dalla difficile situazione finanziaria, ma non è servito: la capogruppo austriaca sta preparando una procedura di ristrutturazione in amministrazione controllata proprio per la sua controllata KTM. “Il fabbisogno finanziario di KTM AG ammonta attualmente a un importo elevato nell’ordine delle centinaia di milioni di euro”, ha annunciato martedì l'azienda austriaca in un comunicato stampa. “La direzione non crede che sarà possibile ottenere il necessario finanziamento intermedio nei tempi previsti”.
KTM in autonomia
Il procedimento - che non riguarderà le altre filiali di KTM AG, incluse le società di vendita - consentirà di proseguire la gestione delle attività sotto supervisione, garantendo al contempo la possibilità di ristrutturare il Gruppo KTM in autonomia. “L'obiettivo della procedura - ha spiegato Pierer - è quello di concordare un piano di ristrutturazione con i creditori entro 90 giorni”, mentre il ridimensionamento del gruppo “non solo dovrebbe garantire la continuità del Gruppo KTM nel lungo periodo, ma anche creare le basi per uscire rafforzati dalla procedura”.
La situazione
Non sorprende che le azioni Pierer Mobility abbiano avuto un calo a doppia cifra del 16,48%, fino a toccare l’11,40 euro nelle contrattazioni di Vienna. Come vi raccontavamo qui, il primo “colpo” è arrivato dal calo delle vendite moto, scese del 21,2% con 147.496 modelli venduti. Non meglio il settore delle bici a pedalata assistita, con vendite anche in questo caso calate del 26% rispetto allo scorso anno. Il tutto per un indebitamento netto di 1,5 miliardi di euro ed oltre 100.000 moto invendute.
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