Bella e ben fatta
Il quattro cilindri di derivazione CBR eroga 145 CV. Per gestirli ci sono tre riding mode (Sport, Standard e Rain) più uno personalizzabile, oltre al controllo di trazione regolabile. Il propulsore di 998 cm3 è stato modificato nell’erogazione per diventare Euro 5 garantendo una erogazione più fluida, perfetta per l’utilizzo quotidiano della moto.
Notevole la qualità percepita, grazie ai numerosi particolari in alluminio anodizzato: secondo la casa ci sono solo cinque parti in plastica! Il cruscotto della CB 1000 R sfrutta un display TFT a colori da 5 pollici ricco di informazioni chiare e leggibili. Si può scegliere tra quattro differenti visualizzazioni delle indicazioni. Piacevoli da vedere e da usare, i comandi al manubrio. Su quello di sinistra c’è un piccolo joystick che permette di navigare all’interno del display TFT.
All’avantreno spicca il poderoso impianto frenante, costituito da una coppia di dischi da 310 mm sui quali lavorano due grosse pinze radiali a 4 pistoncini. Al posteriore la CB sfoggia un forcellone monobraccio in alluminio. Sul lato destro si può quindi ammirare un bel cerchio a 21 razze. Nella serie speciale Black Edition domina ovviamente il nero con finitura lucida oppure opaca, come nel caso del voluminoso terminale di scarico con uscita sdoppiata.
Come va
La posizione di guida è d'attacco, un po’ caricata in avanti, ma le braccia non si stancano. Bene anche le pedane, arretrate il giusto. In sella si sta comodi, c’è spazio per piloti di tutte le taglie; peccato per qualche vibrazione di troppo agli alti. Per quanto concerne gli spostamenti in coppia, meglio limitarsi a brevi tragitti insieme al passeggero con la CB 1000 R: la sella è corta, le pedane sono molto alte e mancano gli appigli.
Il quattro cilindri Honda piace immediatamente: è super trattabile, con tanta “schiena” ai bassi e medi e un allungo vigoroso. La CB imposta le curve precisa, con la facilità tipica delle Honda: la ciclistica a punto se la cava bene dappertutto. Anche le sospensioni offrono subito un feedback di qualità: ottima la forcella, che non affonda neppure se si forza la staccata, bene anche sui fondi sconnessi. Il cambio elettronico è un piacere da usare: passa da una marcia all’altra preciso e velocissimo.
La protezione dall’aria è limitatissima: meglio quindi viaggiare in autostrada solo lo stretto necessario e godersi questa moto sulle statali con tante curve. Detto questo, la Honda sfoggia una notevole stabilità in velocità e un avantreno rigoroso nel mantenere la traiettoria nei curvoni veloci. I consumi sono tutto sommato buoni: si attestano su 16,8 km/l. Segnaliamo invece un po’ di vibrazioni su manubrio e pedane ai regimi medio-alti, che alla lunga infastidiscono.
Per chi compra una moto come la CB, i chilometri in città non sono sicuramente pochi, ma il potenziale acquirente può stare tranquillo: il peso contenuto, il raggio di sterzo ridotto e il motore scattante la rende piacevole da usare in mezzo al traffico. Può essere addirittura una alternativa a uno scooterone, tanto è fluida e regolare l’erogazione del quattro cilindri: riprende senza problemi da meno di 2.000 giri, limitando quindi al massimo l’uso del cambio. E la dotazione elettronica completa di raffinati controlli di trazione e ABS permette di far fronte a qualunque imprevisto o pericolo.
Perché sì
Guida: la naked 1000 più intuitiva da guidare, merito del peso contenuto e della posizione di guida neutra e istintiva
Design elegante e raffinato
Motore fluido e sempre pronto fin dai medi regimi, perfetto quindi non solo per passeggiare, ma anche per prendersi belle soddisfazioni nel guidato
Frenata potente e sicura
Perché no
Trattandosi di una naked, la protezione dall'aria è quasi inesistente
Vibrazioni avvertibili in autostrada
Prezzo: non è regalata, ma la qualità è elevata