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SBK interviste - Max Temporali: “Jonathan Rea resta il pilota più forte”

SBK news –  La Superbike è iniziata in Australia e ora si è fermata per l'epidemia di coronavirus. Abbiamo fatto una chiacchierata con Max Temporali che ha analizzato per noi i valori visti in pista a Phillip Island
Dopo il 1° round
La stagione 2020 della Superbike è partita dal circuito di Phillip Island, in Australia a fine febbraio, ma a causa dell’epidemia di coronavirus sono stati posticipati i GP del Qatar e quello di Jerez (cliccate qui per il calendario aggiornato). Nell’attesa che la Superbike torni in pista, la nostra Serena Zunino ha fatto una chiacchierata con Max Temporali, telecronista per Sky del mondiale delle derivate di serie.

Come giudichi i risultati di Phillip Island?
In passato quel tracciato ci ha un po’ illuso, ma le cose ora sono cambiate per due motivi. Intanto perché è la prima gara e ci sono squadre che si sono preparate molto bene, altre invece sono un pochino indietro, soprattutto i team indipendenti. Per avere un livellamento bisogna aspettare le gare europee. Inoltre bisogna tenere presente la conformazione della pista: è completamente diversa da tutte le altre, si usano poco i freni, è un tracciato scorrevole con curve lunghe.

Al primo round Jonathan Rea non ha vinto neanche una gara, come lo spieghi?
Credo che in quel fine settimana qualcosa nella sua testa non abbia funzionato. Lui si innervosisce abbastanza, basta provocarlo un minimo e rischia di esplodere. In Gara1 ha commesso un errore ed è caduto, in Gara2 aveva un po’ di timore. Ci metto anche una componente umana, con il fatto della perdita della nonna. In maniera anche inconsapevole, un piccolo tarlo ce l’aveva. Un insieme di fattori che l’hanno portato a non amministrare la gara benissimo. Jonathan Rea rimane comunque il più forte, non illudiamoci che Lowes ora possa batterlo. (Alex Lowes, suo nuovo compagno di squadra, ha vinto Gara2, ndr)

Cosa pensi potrà fare Lowes con la Kawasaki?
È stato bravo a chiudere terzo in campionato lo scorso anno, sarà bravo quest’anno, ma non sarà uomo da titolo mondiale.

Quale pronostico fai del 2020?
Io dico Rea, poi Razgatlioglu e Redding.

In Ducati il migliore è stato Scott Redding, con un Chaz Davies che ha fatto nuovamente fatica…
La cosa sorprendete è che Davies non abbia fatto un passo avanti. Ha iniziato il 2019 con una serie di difficoltà, poi da Laguna Seca si è mosso qualcosa ed è stato sempre nelle posizioni che contano. Nei test invernali è sprofondato giù e questo si è confermato a Phillip Island. Non credo sia un problema di pista. La moto è cambiata tanto, soprattutto la parte posteriore per renderla più stabile. Mi sembra che Chaz non abbia avuto quei benefici, al contrario di Redding che si è stabilizzato subito con ottime prestazioni.

Redding infatti è tornato a casa con tre podi, ne sei rimasto sorpreso?
Di Scott non mi ha colpito tanto la prestazione assoluta, ma la sua intelligenza. Uno come lui, che ha dato l’idea di essere esuberante, ha avuto invece l’intelligenza di controllare tutte le situazioni senza commettere mai un errore. È arrivato al traguardo sempre, con il pensiero di fare punti. Questo inizio di campionato sarà importante nel corso della stagione.

A lottare per la vittoria c’è stata anche Yamaha, con Toprak Razgatlioglu e Michael van der Mark.
Vedo una Yamaha che è cresciuta tantissimo. Ad oggi penso sia la moto di riferimento, facendo un’analisi breve considerando test e il primo round. Ma tante Yamaha si sono posizionate davanti, anche quella di Baz. Questo vuol dire che la base è molto buona. Toprak è appena arrivato su quella moto, è solo all’inizio del suo percorso, ma secondo me sarà l’unico pilota Yamaha che potrà lottare costantemente contro Rea. Purtroppo non ha ancora la maturità di un pilota completo, ovvero essere veloce sul bagnato, su tutte le piste, secondo me lì deve ancora un po’ costruirsi. È giovane e ci sta.

Honda è tornata in pista in veste ufficiale. Come valuti questo ritorno?
Secondo me sarà una bella sorpresa. A Phillip Island si è presentata già in una forma migliore di quanto mi aspettassi: un quinto posto di Haslam, due sesti di Bautista e soprattutto distacchi molto contenuti. Considerato il tipo di moto, con un motore esuberante e l’elettronica ancora un po’ da sistemare, credo che quando arriveremo in piste “stop & go” Honda farà un passetto in avanti. E lo farà anche Bautista. Sono convinto che a fine stagione Bautista sarà davanti ad Haslam.

Manca solo un po’ d’Italia lì davanti…
Sì, soprattutto se pensiamo che lo scorso anno Melandri finì sul podio. In generale l’Italia, quella giovane, manca da un po’. Ora è arrivato Federico Caricasulo, ma è troppo giovane per poter pensare che possa fare dei risultati già quest’anno, con un team indipendente e con una moto del 2019. Anche da un punto di vista tecnico dev’essere messo nella condizione di potersi confrontare con i primi. Io spero che arrivi Lorenzo Savadori. Aprilia parla di un possibile rientro, e mi auguro di rivederlo in pista.
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