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MXGP, la "rivolta" dei piloti porterà a un calendario più corto?

Nel sabato di Ernèe molti dei "big" si sono rifiutati di correre nelle manche di qualificazione per le condizioni del tracciato. Le gare sono molte e il rischio di infortuni aumenta
Ieri la MXGP ha corso in Francia, dove al crossodromo di Ernèe si è disputata la decima prova del mondiale, la quarta da inizio maggio. Il campionato è sempre più lungo, le date sono sempre di più (20 in totale), e in alcune situazioni il meccanismo scricchiola, anche perché bisogna ricordare che ci sono poche specialità nel motociclismo logoranti come il motocross.

Quasi uno sciopero
Se la domenica ha visto la gara prendere il via e svolgersi regolarmente (vittorie di Seewer e Coldenhoff), non è stato così al sabato, quando il clima - non solo meteorologicamente parlando- si è fatto decisamente più fosco. Riassiumiamo i fatti: la pioggia, molto abbondante, caduta dalla fine della manche della EMX250 fino alle battute iniziali della manche della MX2 ha reso il tracciato piuttosto insidioso. Dati i presupposti, molti piloti di spicco della MXGP hanno preferito non prendere parte alla manche per rimandare le fatiche alla domenica, quando le manche assegnano i punti. La decisione di gente come Gajser, Prado, Seewer, Coldenhoff, Jonass, Evans, Fernandez ed altri, se non è stata un plebiscito, aveva comunque il valore delle "firme" più importanti, aprendo un tema di discussione.

Quale futuro?
La pista non era impraticabile, o sicuramente era molto più difficile per i ragazzi della EMX125 e della MX2, ma la decisione dei "big" della MXGP ha riacceso i riflettori sull'utilità di disputare le manche del sabato. I vertici di Infront e la FIM hanno concordato un format che vuole aumentare la quantità dello show nel fine settimana, ma i piloti sembrano già "a tappo" nel disputare 20 gp e 40 manche nel corso dell'anno, senza bisogno e voglia di correrne altre 20 che ai loro occhi sono perfettamente inutili, se non rischiose per infortuni che sono sempre dietro l'angolo. In questo senso forse non c'è convenienza a mantenere l'attuale assetto nemmeno per gli organizzatori, che corrono il pericolo - che a volte si tramuta in certezza- di perdere partecipanti al cancelletto della domenica.
La presa di posizione - se tale può essere definita in mancanza di dichiarazioni- lascia aperti diversi scenari per il futuro, ma così sembra evidente che non abbia troppo senso andare avanti.
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