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Intervista esclusiva a Roberto Righi: “Razgatlioglu pilota formidabile, con una tosta concorrenza"

SBK news - L'ultimo round della Superbike, disputato a Imola, portava il nome dell'azienda di pneumatici industriali Prometeon, e noi abbiamo potuto fare una chiacchierata con l'amministratore delegato Roberto Righi: dai valori in comune tra Superbike e Prometeon al fenomeno chiamato Toprak Razgatlioglu, dalla passione per le moto alla MotoGP

Un passo in più in Superbike
L’ultima tappa Superbike disputata in Italia si è tenuta all’Audromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari dal 14 al 16 luglio e il nome ufficiale dell’appuntamento è stato Prometeon Italian round. L’azienda Prometeon Tyre Group, multinazionale di pneumatici a uso industriale, è quest’anno anche sponsor della squadra ufficiale Yamaha, così come sostenitore direttamente di Toprak Razgatlioglu e tutta la Turkish Racing Academy (guidata dal cinque volte iridato in Supersport Kenan Sofuoglu) come ci ha raccontato l’amministratore delegato Roberto Righi.

Com’è nata l’idea di diventare sponsor di un round Superbike?
Già nel 2022 siamo stati sponsor ufficiali del campionato, avevamo usato nel corso della stagione passata questa piattaforma per dare visibilità al brand e creare belle occasioni per i dipendenti e non solo. Sembrava una cosa logica al secondo anno aggiungere qualcosa in più, quindi la title sponsor di questa e dell’ultima gara.

Cos’hanno in comune Prometeon e Superbike?
Tra i nostri valori ci sono orientamento al risultato, passione, responsabilità, coraggio e sono cose che valgono in generale nello sport e a maggior ragione in questo mondo, perché senza queste componenti e altre è difficile che si possano ottenere certi risultati. Qui il talento è fondamentale, ma non è sufficiente. Ci vuole anche il lavoro di squadra e questo è ancora più vero nel mondo delle aziende.

Siete anche sponsor Yamaha, mi descrivi i due piloti Andrea Locatelli e Toprak Razgatlioglu?
Entrambi li ho conosciuti nel 2020 girando un mini documentario venduto poi a Discovery Plus sulla Superbike. Era stata l’occasione per testimoniare com’era il mondo in un anno in cui non c’era il pubblico né sulle tribune né nel paddock. Toprak l’ho conosciuto abbastanza bene in quel periodo che era il suo primo anno in Yamaha, mentre Locatelli quell’anno vinse il Mondiale Supersport. Andrea è un ragazzo simpatico e disponibile, oltre a essere un bel pilota. È bello vedere un italiano nelle posizioni importanti in campionato. Deve fare un ulteriore step per vincere una gara, ma è un top rider. Toprak è un fenomeno, da appassionato lo seguo dal 2015 dalla Superstock. È già diventato anche un personaggio in questo mondo, oltre a essere un pilota formidabile. Ha una concorrenza tosta, in questo momento in particolare Bautista e Ducati sono una coppia quasi imbattibile, ma lui è pazzesco ed è molto simpatico.

C’è anche l’idea quindi di seguirlo il prossimo anno in BMW?
Sì, l’accordo con lui e con gli altri piloti turchi è confermato.

Da cosa nasce la tua passione?
Arriva dalla famiglia. Poi sono diventato molto amico di Fabrizio Pirovano, che ho conosciuto quando avevo vent’anni. Le gare ho cominciato a seguirle quando il campionato Superbike era cominciato da poco. Successivamente ho lavorato in Ducati e Pirelli.

Chi è stato il tuo pilota preferito?
Sono sempre stato molto attratto dal fatto che i piloti diventati dei grandi campioni sono anche sempre state delle persone avanti dal punto di vista mentale. Non si arriva a vincere a questi livelli se non si ha una mentalità e motivazione pazzesca. Uno come Valentino Rossi che ha corso per più di 20 anni, è incredibile. Ho conosciuto abbastanza bene da vicino Troy Bayliss quando lavoravo in Ducati e lui è arrivato al successo già da grande. E' un altro esempio pazzesco. Toprak è fenomenale perché è un pilota molto spettacolare. Il mio primo idolo è stato Marco Lucchinelli, perché quando vinse il Mondiale nell’81 ero già grande e me lo ricordo.

Che moto hai?
Da qualche anno a questa parte la moto la uso solo in pista. Sono sempre stato abbastanza “Yamahista” e poi quando ho lavorato in Ducati ho guidato le moto bolognesi. Nella quotidianità non la uso, ho pensato di prendere uno scooter maxi ma mi sembra un po’ un tradimento alla moto...

Chi vince il titolo in MotoGP?
Se non succederanno cose strane Francesco Bagnaia. Oggi Ducati è la moto di gran lunga più forte in MotoGP. È una superiorità più netta di quella che c’è in Superbike. I giapponesi non sono messi bene, è un po’ che faticano.

C’è l’idea di arrivare con Prometeon anche in MotoGP?
No, ci vogliono un po’ di anni per consolidarsi in un ambiente. E questo delle derivate di serie è molto più accessibile rispetto alla MotoGP. Quello che facciamo qui sarebbe impensabile là. Ci piace di più questo mondo inclusivo e vicino alla clientela. In un paddock come questo ci saranno cento mezzi sui quali noi possiamo mettere le nostre gomme, su quelle di Yamaha ci sono già.

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