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Africa Eco Race, Yamaha e Aprilia pronte alla sfida

Completate le verifiche amministrative e tecniche, i concorrenti hanno partecipato alla cerimonia d'apertura a Monte Carlo. Tarres e Botturi su Yamaha avranno Cerutti e Montanari tra gli avversari più temibili tra le bicilindriche. Ben 22 gli italiani al via tra le moto

L'Africa Eco Race 2024 è in partenza, con le tradizionali verifiche di Menton e la cerimonia di apertura di Monte Carlo. 6000 circa i chilometri del percorso, divisi in 12 tappe, attraverso Marocco, Mauritania e Senegal. Il 2 di gennaio, dopo il trasferimento in nave da Sete a Nador, si terrà il primo stage e la gara si concluderà al mitico lago Rosa di Dakar, il 14 gennaio.

 

Sempre più Italia

Il rally che ripercorre le orme della mitica Parigi-Dakar è molto orientato alle moto, che infatti hanno numeri importanti: 46 piloti in gara, più 30 partecipanti con la formula raid, vale a dire fuori classifica. Perché l'Africa Eco Race è prima di tutto un'avventura, e in secondo luogo una competizione. Ma anche il lato agonistico in questo 2024 non lascia a desiderare e anzi, è più interessante che mai. La sfida principale è rappresentata dallo scontro tra le due case presenti in forma ufficiale con i grossi bicilindrici: da un lato Yamaha, che schiera Alessandro Botturi e Pol Tarres sul Ténéré, dall'altra Aprilia, con la Tuareg preparata da Vittoriano Guareschi affidata a Jacopo Cerutti e Francesco Montanari. Il confronto sulla carta appare equilibrato, per lo meno in termini di prestazioni, ma Yamaha ha più esperienza, sia sul progetto che per quanto riguarda i piloti, per lo meno per quanto riguarda il Bottu.

Rimanendo sugli italiani in gara, ci saranno Stefano Chiussi nella classe Malle Moto (Husqvarna 500), Alessandro Ruoso e Angelo Tazzari con le Ténéré di Twinsbike Racing Team, Ugo Peila (KTM), Giovanni Stigliano (Husqvarna), con Beta Andrea Gava e Francesco Muratori, Bruno Arcuri (Honda), Francesco Tognato (Husvarna), Francesco Puocci (KTM), Pierpaolo Vivaldi (KTM), Nicola Dutto (KTM). Alessandro Rigoni, Massimiliano Guerrini e Marco Menichini sono tutti iscritti con Solarys Racing in sella a Husqvarna, Giovanni Gritti e Marco Aurelio Fontana invece sono assistiti dalla RS Moto di Simone Agazzi. Infine c'è curiosità per la Ducati Desert X preparata dal team Kapriony, con Paolo all'ennesima sfida “bicilindrica” della propria carriera.

Gli italiani sono presenti anche nelle altre categorie, seppure con numeri decisamente inferiori: Stefano Rossi, navigato da Jacopo Casini, sarà al via con il suo Nissan Terrano tra le auto, mentre tra i camion sono stati iscritti due Mercedes Benz di Orobica team: il primo per Antonello, Carlo e Raffaella Cabini, il secondo per Giulio Verzelletti e Giuseppe Fortuna.

 

Gli avversari

Quasi metà dello schieramento tra le moto insomma parla italiano, e non sembrano esserci rivali realmente pericolosi tra gli stranieri, al netto di Pol Tarres che potrebbe dare del filo da torcere per l'assoluta, se sarà cresciuto abbastanza nella navigazione. Tra i piloti di alto livello anche Joan Pedrero, ma lo spagnolo avrà una missione del tutto particolare: riuscire a portare al traguardo la Harley-Davidson Pan America, un “mostro” di 1250cc per 250 chilogrammi, tra l'altro rigorosamente di serie.

 

Un inizio impegnativo

Per quanto negli anni la fama delle mitiche dune di sabbia della Mauritania sia cresciuta – giustamente- in maniera importante, il Marocco resta una fase cruciale della gara. Parafrasando Jeremy Burgess, che aveva detto “in Australia non puoi vincere un mondiale, ma lo puoi perdere”, si potrebbe affermare che lo stesso vale all'Africa Eco Race, dove la prima settimana marocchina non è assolutamente decisiva per il successo finale, ma può anche costare molto cara.

Quest'anno poi l'inizio sarà diverso dal solito e andrà affrontato con le dovute attenzioni: il primo stage, da Nador a Boudnib, non sarà molto lungo, limitando i tradizionali lunghi trasferimenti. Ci saranno però ben 173 chilometri di speciale già al primo giorno, tutti su pista: la navigazione potrebbe incidere fortemente sul risultato della prova, con distacchi già impegnativi per gli uomini di classifica. Le temperature saranno rigide nei primi due giorni: la gara rimarrà piuttosto a nord anche nella seconda tappa, che si muoverà intorno alla zona di Merzouga. Il secondo stage si concluderà a Mhamid, al termine di una giornata che offrirà una gran varietà di terreni ai concorrenti.

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