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AER, Stefano Chiussi: dalla Lettonia a Dakar

Corre l'Africa Eco Race nella categoria malle moto con una Husqvarna 500. "È un mezzo molto agile e il motore ha un'ottima coppia". Abita a quaranta chilometri da Riga, dove ci si può allenare sulla sabbia "quasi" come nel deserto: "Lassù il motociclismo è soprattutto passione e spirito di squadra"

Stefano Chiussi può essere considerato un veterano dell'Africa Eco Race. Ha debuttato nel 2016 e quest'anno è di nuovo in gara nella maratona africana, sempre fedele alla sua Husqvarna 500, una moto che si è cucito addosso nel corso degli anni. Corre nella malle moto, vale a dire che oltre a pilotare, si fa anche da meccanico, perché i partecipanti alla categoria non possono avere assistenza esterna. Stefano vive da diversi anni in Lettonia, paese che lo ha “adottato” anche sotto l'aspetto motociclistico.

 

Se ho capito bene, in una gara del genere – se non corri al vertice- a pagare non è la ricerca dell'ultima novità, ma delle cose che funzionano nel tempo.

Sì è giustissimo. Io corro con una Husqvarna 500, al suo sesto rally e alla quarta Africa Eco Race, una moto del 2014 con cui mi trovo molto bene. Non invidio i rally replica: sono dei gioielli, ma personalmente sulla sabbia io riesco a recuperare bene il terreno che perdo da altre parti. Sul duro soffro, perché la mia è una moto corta ed è meno stabile, è anche molto leggera. Anche a livello di sospensioni pago, ma come guidabilità è fantastica e quando sono in mezzo alle dune sono molto contento della mia scelta.

 

Sei iscritto alla categoria 450 plus, è una gara nella gara.

L'Africa Eco Race è una gara molto particolare, facciamo il doppio di chilometri di un Tuareg o di un Marocco Desert Challenge, e lo facciamo per due settimane. La performance pura qua conta molto meno che da altre parti e anzi, può anche venirti contro. Nella 450 plus, che sarebbe una rally3, non sei costretto dalla cilindrata e nel mio caso il motore ha molta coppia. Rimane però maneggevole, sulla sabbia serve coppia. È una moto divertente e affidabile.

 

Hai molta esperienza all'Africa Eco Race.

Sono venuto per la prima volta nel 2016, nella testa avevo i ricordi del 1979. Al tempo avevo 13 anni e vedevo quei pazzi che partivano da sotto la Torre Eiffel, era qualcosa di incredibile. A me interessa correre la gara, arrivare sul lago Rosa e non me ne frega niente di come si chiama. Qui non conta portarsi a casa lo stemmino di finisher, si rischia grosso e mi sono avvicinato alla gara con le dovute cautele. Dopo vari altri rally sentivo di avere un po' di esperienza e nel 2016 mi sono iscritto. Ma alla terza tappa ho fatto un grosso botto...comunque sono arrivato quinto assoluto. Nel 2020 sono tornato, dopo un incidente in macchina che mi aveva creato grosse difficoltà e tenuto lontano dalle corse. Ma non è andata molto bene, non ero pronto. Non avevo preso coscienza di non essere lo stesso pilota di prima. Anche in quel caso, alla terza tappa ho avuto un incidente e mi sono rotto il polso. Nel 2022 invece mi si è rotto il freno posteriore alla prima tappa e da ultimo sono risalito fino al 17esimo posto, secondo di classe. È andata bene, non serve spingere per fare una buona gara. Certi arrivano qua e la prima settimana sono incredibilmente veloci, ma poi iniziano a comparire i gessi, le fasciature...e quest'anno la voglio prendere tranquilla, con l'obiettivo ben chiaro di arrivare in fondo.

 

Com'è la vita di un motociclista in Lettonia?

Io vivo in un paese a quaranta chilometri da Riga, Jelgava. Le tre repubbliche baltiche, tutte insieme, fanno solo 6 milioni di persone, ma c'è una grande tradizione nei motori. Io mi alleno con Janis Winters, corro nel suo team. Lui era un semi-ufficiale KTM che ha vinto diverse tappe nella vecchia Dakar. Mi ha aiutato a iniziare, a mettere insieme la mia prima moto per il Tuareg Rally del 2009. Il fuoristrada è molto sentito lassù: qualche anno fa per esempio è venuto fuori Paul Jonass, campione MX2. In Lettonia c'è solo sabbia, e sembra incredibile, perché uno vede le foreste e pensa tutt'altro. Ma il fondo è sempre, sempre sabbioso, ed è un aiuto per questa gara qua. Io mi sono specializzato nel cross country, con le partenze stile Le Mans. Le gare in Lettonia sono qualcosa che fa parte di un ambiente familiare: meno competitività e molto spirito di squadra, in fondo è la stessa cosa dell'Africa Eco Race, è un cerchio che si chiude. Qua c'è lo stesso clima e la stessa passione per l'avventura.

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