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Studio UNEM: chi ha detto che l’elettrico inquina meno?

Secondo un recente studio la produzione di un veicolo elettrico e delle batterie annullano il vantaggio di non avere emissioni allo scarico: se si fa riferimento all’intero ciclo di vita di un veicolo elettrico le sue emissioni non sono affatto pari a zero

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L’Unione Europea ha stabilito un percorso che potrebbe portare alla fine dei motori endotermici e all’uso esclusivo della trazione elettrica, anche se recentemente questo programma è stato bloccato. In ogni caso l’elettrico pare ancora il futuro ma è una scelta che non può mettere fuori gioco altre valide possibilità già disponibili al momento attuale: tra le più importanti i biocarburanti e, più in generale, i Low Carbon Fuels. Non è la scelta migliore, lo ha dimostrato lo studio ”Decarbonizzare i trasporti. Più soluzioni per un obiettivo comune” presentato da UNEM (Unione ENergie per la Mobilità) in occasione della prima tappa del Forum Automotive 2023.

 

Anche produrre inquina

L’obiettivo era verificare l’esistenza di percorsi diversi rispetto a quello ”full electric” individuato dalla UE: ne sono emerse possibilità alternative per raggiungere gli obiettivi ambientali del pacchetto ”Fit for 55” dell’Unione Europea. È stato rilevato che l’uso di LCF (Low Carbon Fuels) in combinazione con la parziale elettrificazione del parco veicoli nel trasporto leggero su strada, concorre efficacemente a ridurre le emissioni anche in confronto con la mobilità 100% elettrica; la differenza però emerge se non ci si limita a rilevare le emissioni allo scarico ma si tiene conto anche dell’inquinamento generato dai cicli di produzione. Lo studio rileva che i cicli di produzione di un veicolo elettrico e delle batterie annullano il vantaggio di non avere emissioni allo scarico.

Per arrivare a queste conclusioni è stata effettuata una simulazione con uno strumento interattivo denominato Car CO2Comparator che misura e confronta in modo interattivo le emissioni di gas serra nel ciclo di vita dei veicoli in base a diversi parametri: powertrains, carburanti utilizzati, profilo di guida, intensità carbonica nella produzione di elettricità o di carburante, condizioni ambientali.

Poco differenza tra elettrici ed endotermici

Le conclusioni fanno pensare: se si considera il funzionamento di un’auto elettrica pura (BEV) e una ibrida non ricaricabile (HEV) alimentata con gasolio, la prima non genera emissioni mentre la seconda produce una media di 154 grCO2eq/km. Se però si fa riferimento all’intero ciclo di vita, la prima sale a 162 grCO2eq/km e la seconda a 231, dunque la differenza tra i due veicoli scende da 154 a 69 grCO2eq/km. Ma se il confronto avviene tra una BEV e una HEV alimentata con HVO (100% rinnovabile) le parti si invertono E la differenza diventa di 60 grCO2eq/km a favore della ibrida, o addirittura di 98 grCO2eq/km se viene impiegato un e-fuel.

Il presidente di UNEM, Claudio Spinaci, ha tratto le conclusioni: “I LCF sono prodotti di origine biogenica o sintetica che nel ciclo di vita veicolo/vettore energetico hanno il vantaggio di abbattere le emissioni di CO2 dei trasporti fino al 100%, di essere immediatamente utilizzabili nel parco auto in circolazione e di non avere bisogno di nuove infrastrutture per la loro distribuzione, ma la realtà è che sino a quando la misurazione delle emissioni continuerà ad essere solo allo scarico queste nuove opzioni tecnologiche non potranno esprimere tutto il loro potenziale per contribuire a decarbonizzare sul serio tutto il comparto dei trasporti e non solo il segmento stradale.

L’auto elettrica può rappresentare una valida alternativa in alcuni contesti ma non può essere imposta quale unica soluzione rinnegando un principio cardine delle politiche europee, ossia quello della neutralità tecnologica. Inoltre, in questo modo mettiamo a rischio la nostra sicurezza energetica e intere filiere industriali di eccellenza con impatti sociali ed economici devastanti”.

 

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