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Stefan Pierer: non c’è bisogno delle Lucky Explorer e Kiska svilupperà il design delle MV

Il gruppo che fa capo a Stefan Pierer ha di recente rilevato il 25% di MV Agusta e per la casa varesina le idee sono chiare: niente crossover, ma solo sportive di grossa cilindrata. Lo stile? Come sempre sarà affidato allo studio Kiska

Stefan Pierer, presidente e CEO del Gruppo Pierer Mobility che detiene i marchi KTM, Husqvarna e GasGas, è stato intervistato da Alan Cathcart per il sito motorcycle.com ed ha aggiunto altre cose sui progetti futuri, dei quali avevamo parlato pochi giorni fa. Tra di esse le strategie per MV Agusta a seguito dell’acquisizione del 25,1% del capitale.

«Come parte di quel 25,1% – ha spiegato – , stiamo facendo i primi passi per lavorare insieme sui modelli di produzione attuali. Quindi ci occuperemo dell'intera catena di fornitura, acquisteremo tutte le parti necessarie per la produzione di MV Agusta del prossimo anno e poi, fatto questo, ci occuperemo della distribuzione del prodotto finito in tutto il mondo. Sono le prime azioni per aiutarli a rendere redditizia l'intera attività aziendale».

 

Le crossover non convincono

Bocciata invece l’idea di produrre le Lucky Explorer 9.5 e 5.5. «Nessuno ne ha bisogno, e soprattutto non con quel marchio. Le moto adventure sono un grande segmento di mercato, ma sono anche il più difficile e il più competitivo. Nessuno si aspetta un modello del genere da MV Agusta».

 

Piace invece la F4

Pierer percepisce le moto varesine come prodotti di fascia premium alta, e ha manifestato interesse per la Brutale ma pensa piuttosto alla F4.

«Per me è il modello che ancora oggi coglie l'essenza di MV Agusta. (…) . Direi che nell'ultimo decennio il suo stile si sia perso, perché avevano altri problemi di cui occuparsi, e anche Tamburini non faceva più le moto. Ma il nostro collega Gerald Kiska sta per aprire uno studio Kiska Design affiliato a Varese, all'interno dello stabilimento MV Agusta».

Si punta anche sul tre cilindri. Perché con il crescere dell’età molti proprietari di moto maxi si stanno spostando verso cilindrate più leggera e meno impegnative. Ma il marchio deve mantenere la sua aura.

«Deve rimanere premium in termini di cubatura, design e provenienza. Tutte le MV Agusta devono essere prodotte in Italia, e la cilindrata più piccola sarà la 900 tre cilindri».

Le corse invece non sono la strada giusta per MV, secondo il manager austriaco.

«No, e soprattutto non con un motore Triumph a tre cilindri nella sua Moto2!».

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