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Sicurezza stradale: in Svizzera 6 mesi di carcere a un motociclista troppo veloce

Via Sicura, il programma federale svizzero pensato per migliorare la sicurezza stradale, è costato sei mesi di carcere ad un motociclista che, in un lungo rettilineo, ha superato di gran lunga il limite di velocità stabilito. I giudici sono stati irremovibili: “doveva pensarci prima di aprire il gas
Una durissima condanna
in Svizzera il programma d’intervento Federale “Via Sicura”, approvato dal Parlamento per una aumentare la sicurezza sulle strade, ha dato i suoi "frutti", spedendo un motociclista in carcere.
Il colpevole era un padre di famiglia e aveva ottime referenze professionali, insomma non si trattava di un malvivente, ma tutto ciò non è bastato e la legge è stata applicata alla "svizzera", cioè senza concessioni. Il motociclista 35enne è stato così condannato a sei mesi di carcere. L’infrazione commessa dal centauro consiste nell’aver percorso il lungo tratto di strada tra La Roche e Le Mouret (Francia), a 148 km/h, dove il limite di 80 km/h, in sella alla sua supersportiva giapponese.
Lunedì il Tribunale cantonale di Friburgo (TC) ha in parte confermato la condanna pronunciata in prima istanza dal Tribunale de la Sarine nel marzo del 2014: il motociclista era stato allora condannato a 14 mesi di prigione, con l’aggravante della “guida pericolosa”.
Successivamente, i giudici si sono accordati per un leggero sconto di pena: Jaques Piller, avvocato del 35enne, ha infatti sottolineato come la responsabilità del motociclista non fosse così pesante come i giudici della prima istanza avevano sostenuto. Il tratto di strada in questione consiste infatti in un lunghissimo rettilineo, definito “istigatore al sorpasso” dallo stesso avvocato, che ha inoltre chiesto di considerare attentamente la situazione personale dell’imputato.
L’uomo infatti, oltre ad avere notevoli responsabilità lavorative, è recentemente diventato padre per la seconda volta; a ciò s’aggiunge il fatto che la moglie, svolgendo un lavoro notturno, dispone di poco tempo da dedicare alla cura dei figli.
Tuttavia i giudici hanno ricordato la recidiva del motociclista definito “testa calda", che da soli 4 mesi aveva riottenuto la patente dopo un ritiro di quattro anni, confermando così la pena ed il sequestro della moto ed aggiungendo inoltre che l’uomo “avrebbe dovuto pensarci meglio prima di aprire il gas in quel modo”.
Concretamente, il programma federale “Via sicura”, tutt’ora in aggiornamento, affronta i problemi legati all’alcool, alla velocità e ai pirati della strada, con severe sanzioni come la confisca del veicolo, o la carcerazione fino a 4 anni. La patente potrà essere ritirato per 2 anni e revocata definitivamente in caso di recidiva.
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topomoto
Lun, 02/02/2015 - 10:31
Gli stessi svizzeri vengono in Italia a spalancare il gas sulle nostre autostrade. Tanto con targa straniera nessuno fa loro niente...