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Più energia per la ricarica dei veicoli elettrici

Nel Regno Unito si stima un incremento della domanda di “corrente” fino al 30% per il “rifornimento” di auto e moto a batterie. Un aumento che richiede l’adeguato degli impianti di produzione e di distribuzione dell’energia da compensare con fonti eoliche e nuove infrastrutture. Preoccupa la ricarica veloce. Più moderate le previsioni dell’Agenzia europea dell’ambiente
Emissioni di CO2 in calo
Il Regno Unito dovrà incrementare la propria produzione di energia del 20-30% per far fronte alla maggiore domanda di “corrente” dovuta la diffusione dei veicoli elettrici e al passaggio al riscaldamento elettrico. Ad affermarlo sono i relatori di uno studio dell’operatore energetico Scottish Power che, però, non specificano il contributo apportato dalla mobilità e dal settore residenziale. Rimane certa l’esigenza di adeguare la produzione di “corrente” e l’infrastruttura di distribuzione per quando la richiesta sarà elevata. L’incremento, secondo gli analisti dell’operatore energetico, dovrebbe iniziare tra il 2022 e il 2025, anni nel quale si prevede che il prezzo dei veicoli elettrici sarà più accessibile diventando competitivi rispetto a modelli alimentati con carburanti tradizionali. Da allora, l’aumento della domanda sarà costante e sostenuta, anche perché si ipotizzano di bandire le vetture a benzina e diesel a partire dal 2032 in Scozia e dal 2040 in Inghilterra. A preoccupare gli esperti di Scottish Power sono gli investimenti necessari per la creazione delle infrastrutture e il prevedibile avvento della ricarica rapida. Rifornire vetture e moto elettriche in modalità lenta durante la notte non creerebbe grandi problemi, mentre sarebbe complicata da gestire una richiesta contemporanea di numerosi veicoli che desiderano fare il pieno in 15-20 minuti. Da valutare sono pure i metodi di produzione dell’energia. L’idea più plausibile è l’eolico, considerato che proprio in questi giorni è stato registrato il record di 2.000 MW di capacità, pari al 12,5% del totale britannico. Lo studio del Regno Unito sembra confermare le previsioni effettuate a inizio anno dalla Enedis, società di distribuzione dell’energia elettrica in Francia secondo il quale nel 2030 lo sviluppo della mobilità elettrica assorbirà fino al 30% della disponibilità di “corrente” del Paese. Più moderate le prospettive fornite dall’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) nel Report “Electric vehicles and the energy sector” del 2016 secondo il quale il consumo totale di elettricità in Europa legato all’uso di veicoli elettrici aumenterà da circa 0,03% del 2014 al 9,5% nel 2050. Tale crescita, secondo gli analisti dell’AEA, non comporterà un sostanziale aumento della domanda di energia fino al 2030, mentre avrà un impatto significativo nel lungo periodo. Nel 2050, infatti, si prevede una potenza elettrica aggiuntiva di 150 GW per il “pieno” dei veicoli pari a poco più del 10% del totale. Il surplus previsto per l’Italia è di poco sotto la media europea, quindi intorno al 10%. Una percentuale che potrebbe non impattare troppo sul sistema elettrico nazionale se nel contempo si attuano progetti di risparmio energetico negli altri settori. Da sottolineare che lo studio AEA prevede che l’avvento della mobilità elettrica porterà a una riduzione del 10% delle emissioni di CO2 in Europa.

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