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Pesaro dice addio al Museo Morbidelli

Pesaro perde una parte importante del suo patrimonio motociclistico. Lo storico museo Morbidelli è stato svuotato dei suoi 350 modelli, caricati su quattro tir con destinazione Inghilterra, dove saranno battuti all’asta. La questione è poco chiara, e, per il momento, nessuno della famiglia ha rilasciato alcuna dichiarazione
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Chiude il Museo Morbidelli
Dopo 4 anni diincertezze finanziarie, il Museo Morbidelli di Pesato chiude i battenti e svuota le sale dagli oltre 350 preziosissimi modelli che vi erano custoditi, spediti in Inghilterra per essere battuti all’asta. A “prelevarli” sono stati quattro camion con targa inglese ed eloquente scritta “Cars, classic relocation services” sulle fiancate, schierati nel pomeriggio di martedì 30 lugliodavanti alla sede di via Fermo. La vicenda è tutt’altro che chiara e, per il momento, né dall’ex pilota di Formula 1 né tanto meno dalla direzione del museo è trapelata alcuna informazione. Il Resto del Carlino riporta la testimonianza di un dipendente di una fabbrica sita dall’altro lato della strada: “guardi - ha spiegato il testimone - fino a poco tempo fa c’erano diverse macchine, ma ora sono andati via tutti. Ma è un po’ che girano persone... Non da oggi. Altri due bilici li abbiamo visti partire ieri. Ma onestamente non so se siano gli stessi che vedete qui davanti”. E così, i 350 modelli dal volaore complessivo di diversi milioni saranno battuti all’asta dalla società specializzata Tomas, anche se non è da escludere l’acquisto dell’intero museo da parte di un anonimo privato. La notizia della chiusura, in ogni caso, è stata confermata anche dal vice presidente del registro storico Benelli Paolo Marchinelli, che ha spiegato: “Mi viene giù una lacrima , perché la dentro c’erano dei pezzi unici. Noi non avevamo le forze economiche per fare una operazione di questo genere. Abbiamo provato con l’Asi, il registro delle auto storiche che aveva già acquistato tutto il museo delle auto Bertone, ma i tempi sono stati lunghi per il passaggio di presidenza. L’Asi era in grado di potersi mettere intorno ad un tavolo e avviare una trattativa. Ma quando si sono aperte le finestre c’è stato risposto che era troppo tardi”. Il motivo della chiusura può essere rintracciato nell’eccessivo costo della struttura, che la famiglia di Morbidelli non era più in grado di sostenere. Forse però non proprio tutto è perduto: “da quello che ho capito - ha aggiunto infatti il collezionista Luciano Battisti -  credo che Gianni Morbidelli voglia assolutamente salvare le moto da corsa che ha costruito il padre. Sembra che fosse molto deciso sotto questo profilo”.

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