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Multe notificate da società private: si può impugnare il verbale

Per essere considerate validi, i verbali per violazione del codice stradale devono necessariamente essere notificati al cittadino dalla Poste Italiane. A stabilirlo la Cassazione, che specifica come le notifiche a mezzo posta effettuate da un servizio di posta alternativo non abbiano di fatto alcun valore. Tra i comuni nel guai anche Palermo e Torino
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Politica e trasporti
Pioggia di ricorsi?
Impugnare un verbale per violazione del codice stradale sembra essere ormai sempre più facile… Ai famosi 90 giorni di tempo per la notifica o alla necessità che gli apparecchi per le rilevazioni vengano costantemente manutenzionati, s’aggiunge anche la “clausola” secondo la quale qualsiasi violazione del Codice della strada debba necessariamente essere notificata dalle Poste Italiane e non da altre società private. In quest’ultimo caso infatti, le violazioni potrebbero rischiare l'annullamento perché “inesistenti”. Come stabilito con la sentenza n. 2035/2014 dalla stessa Cassazione,  “l'incaricato di un servizio di posta privata non riveste, a differenza dell'agente del fornitore servizio postale universale, la qualità di pubblico ufficiale, onde gli atti dal medesimo redatti non godono di alcuna presunzione di veridicità fino a querela di falso”. La logica conseguenza di quanto affermato è quello di rendere di fatto inesistenti – o comunque senza alcun valore  - le notifiche a mezzo posta effettuate da un servizio di postalizzazione alternativo a Poste Italiane. Ciononostante, i Comuni che ad oggi si servono di società altre per la notifica di verbali o sanzioni non sono pochi e raggiungono le dimensioni di Torino e Palermo. Il capoluogo piemontese utilizza per le notifiche una società privata per tutti coloro che sono residenti in città e le Poste italiane solo per chi residente altrove, mentre nel  capoluogo siciliano, che dal  2011 ha affidato il servizio di notifica ad una propria società (la Sispi) con la clausola di doversi avvalere di personale comunale per un’esigenza di maggiore economicità, è già montata la polemica. L'interrogazione presentata da Nadia Spallitta, esponente del Pd e vicepresidente vicario del Consiglio comunale, ha sollevato il problema per il quale “ipotetiche generalizzate impugnazioni vedrebbero il Comune quasi certamente soccombente, con la condanna al pagamento di spese di giustizia (in molti casi) in misura di gran lunga superiore al valore delle stesse sanzioni irrogate”. Il passo, secondo Spallitta, è assai breve: “i cittadini che non hanno pagato - spiega -  possono impugnare i verbali in qualsiasi momento con probabile esito vittorioso. In primo luogo perché la notifica viene considerata inesistente e quindi non produttiva di effetti, in secondo luogo perché per legge le multe devono essere comunicate al cittadino entro 90 giorni a pena di decadenza”. Il problema è concreto poiché, citando la stessa Cassazione, alcune sentenze dei giudici di pace sono infatti già andate nella direzione intuita da Spallitta.

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