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La Provincia dell'Aquila chiude le strade alle due ruote

Poichè gravemente dissestate e, quindi, pericolose, la Provincia dell’Aquila ha disposto il divieto di transito alle due ruote su circa la metà delle strade provinciali dell'Alto Sangro. Il provvedimento è stato aspramente criticato dall’ex assessore al Comune, secondo il quale si tratterebbe di un “omicidio” compiuto ai danni del territorio. Ancora più dure le critiche espresse dalla delegazione abruzzese della FMI, pronta al dilago ma anche alla “lotta”
Strade chiuse alle due ruote
La Provincia dell'Aquila ha disposto la sospensione e il divieto di transito per i veicoli a due ruote (biciclette comprese) su metà delle strade provinciali dell'Alto Sangro - sono circa 25 -  tra le quali anche la Strada Statale 83 Marsicana che porta al Parco Nazionale dell’Abruzzo. La decisione è stata presa in seguito all’incidente di domenica 22 aprile avvenuto sul tratto  di strada tra Barrea e Alfedena e costato la vita al motociclista Angelo Pascale: il motivo riguarda la pessima condizione delle strade, considerate appunto troppo pericolose. Il presidente della Provincia Angelo Caruso assicura tempi rapidi per la conclusione dei lavori di risistemazione del manto stradale, ma il rischio è che ci si allunghi per l’estate.
Com’è facile immaginare, le critiche e i giudizi tutt’altro che positivi sono piovuti un po’ da ogni parte e riguardano, in primis, “l’omicidio” compiuto ai danni di “tutto il territorio nazionale”. Questo il commento dell’ex assessore del Comune dell’Aquila Pietro Di Stefano, secondo il quale con il provvedimento “invece di incentivare il turismo e l’uso della innocua bicicletta, se ne diffida l’uso a rischio di multe salatissime”. “Non è limitandone il transito che si risolve il problema - ha spiegato Di Stefano -  perché quelle strade sono pericolose anche per le sole macchine. Qui siamo difronte alla più grande incapacità amministrativa di tutti i tempi, lo dico da ex amministratore e da amante delle due ruote”.
Altrettanto negativo il parere espresso dal presidente della delegazione abruzzese per la FMI Massimiliano Mari Fiamma: “Il provvedimento di chiusura di molte strade abruzzesi, tra le più belle d’Italia per il mototurismo, giunta come un fulmine a ciel sereno proprio nelle settimane dei ponti di primavera, è un documento iniquo, inaccettabile e del tutto arbitrario”. Secondo Mari Fiamma, il provvedimento, oltre che estremamente dannoso per l’economia del territorio,  consisterebbe in un’opera discriminatoria ai danni dei motociclisti: "Angelo Caruso, Presidente della Provincia dell'Aquila, è fiero come se fosse una iniziativa a favore della sicurezza, senza curarsi minimamente dei risvolti sociali ed economici per le zone già depresse e spopolate a seguito dei sismi che si sono succeduti ed ha proceduto, d’intesa con il dirigente, ad operare un discrimine tra gli utenti della strada a quattro e quelli a due ruote, come se questi ultimi non pagassero il bollo (regionale) e le tasse più alte d’Europa”.
Auspicando ad un “rapido ritiro della delibera ed un più ragionato procedimento di rifacimento del manto stradale”, il presidente della FMI abruzzese ha inoltre minacciato la possibilità di un ricorso legale che la FMI potrebbe proporre agli organi competenti, dicendosi pronto sia al dialogo che alla “lotta”. 

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