Salta al contenuto principale

Inquinamento PM10, in Italia peggiora la qualità dell'aria

L’inquinamento dell’aria italiana continua a superare di molto i limiti consentiti dalla direttiva europea. La concentrazione di polveri sottili raggiunge livelli allarmanti a Padova, Milano e Reggio Emilia. Ciò che preoccupa è l’inversione di tendenza: fino all’anno scorso infatti la qualità dell’aria era in (lento) miglioramento: oggi peggiora
Pm 10, limiti quotidianamente superati
Seppur più pulita rispetto a quella di 10 anni fa, l’aria quotidianamente respirata dai cittadini italiani supera, e non di poco, i limiti stabiliti per quanto riguarda la concentrazione delle famose “polveri sottili”. Fissati  dalla direttiva 2008/50/CE e recepita poi in Italia con il decreto legislativo 155 del 2010, tali limiti parlano chiaro: la media annuale rilevata da ogni centralina di rilevamento non deve superare i 40 µg/m3, mentre quella giornaliera non può superare i 50 µg/m3 per più di 35 volte per anno civile. I dati raccolti e analizzati da La Stampa sulla base delle rilevazioni fatte dalle agenzie regionali per la protezione ambientale, raccontano invece tutt’altra storia: il 29% delle popolazione  italiana  vivrebbe infatti, dati alla mano, in luoghi dove la concentrazione degli inquinanti è costantemente sopra la soglia di legge. Il gradino più alto del podio spetta, purtroppo, a Padova che - per i primi tre mesi del 2015 - ha respirato 53 microgrammi di polveri sottili per ogni metro cubo d’aria. Non va tanto meglio, com’è facile immaginare, per Milano che insieme a Reggio Emilia si attesta a quota 51,2 microgrammi di particolato per metro cubo. In queste tre città la situazione può dirsi davvero allarmante: sono infatti bastati 90 giorni per superare di oltre quaranta volte - in termini di media giornaliera - la quota fissata per legge. A preoccupare seriamente è soprattutto il cambio di tendenza, in negativo, registratosi nell’ultimo anno: se tra il 2000 e il 2012 infatti la quantità media del particolato sospeso nell’aria delle città italiane era è sceso del 36 per cento, passando da livelli davvero gravi a valori in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea per il 2020, tale miglioramento, continuato nel 2013 e nel 2014, si è bruscamente arrestato nel primo trimestre dell’anno in corso.
Secondo i dati Ispra, forse contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’inquinamento dell’aria (inteso in questo caso con “polveri sottili” e cioè le particelle di inquinanti di diversa composizione e natura) deriverebbe in Italia da automobili e trasporti su strada soltanto per il 17%; la maggior parte delle emissioni deriverebbe invece dalla combustione non industriale, riscaldamento in primis, colpevole del 41% delle emissioni totali.
Com’è risaputo, infine, va aggiunto che a metterci del suo è anche il clima stesso; in questo senso, emblematico è il caso dell’Emilia-Romagna dove, tra l’11 e il 14 febbraio, l’assenza di precipitazioni e i venti deboli o assenti hanno portato le concentrazioni di polveri sottili nell’aria fino a una media giornaliera di 142 µg/m3, superando di 92 µg/m3 il limite fissato.
Aggiungi un commento