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E-bike: è record di vendite in Europa

Per la prima volta le consegne di bici a pedalata assistita nei paesi dell’Unione europea e nel Regno Unito superano i 5 milioni di unità grazie a una crescita del 12% rispetto al 2020. Ad aumentare sono pure la produzione nel Vecchio Continente, il valore economico del settore e le esportazioni. Trend positivo per tutto il comparto delle due ruote a pedali
Le cittadine le più richieste
Per la prima volta le vendite di bici a pedalata assistita hanno superato nel 2021 la quota di 5 milioni di unità vendute nell’Unione europea e nel Regno Unito. Un dato atteso, ma ora reso ufficiale dal “Report annuale dell’industria e del mercato della bicicletta Europea” di Conebi (Confederazione Europea dell’Industria Bici, E-Bike, Componenti ed Accessori) diffuso stamane in Italia da Confindustria Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). Un risultato che rappresenta una crescita del 12% rispetto al 2020 e con numerose note positive, quale il raggiungimento di un valore stimato in 12 miliardi di euro con un +13% sui 12 mesi precedenti. A contribuire maggiormente alle vendite sono Germania, Francia e Paesi Bassi, dove le e-bike sono scelte per gli spostamenti quotidiani. Non stupisce, dunque, che i comparti con le maggiori vendite siano quelli delle urban e delle city bike che, insieme, rappresentano il 33% delle consegne europee. Notevole è il dato della produzioni in Europa, di circa 4,5 milioni di unità (+24%) grazie a Germania, Bulgaria e Francia, mentre l’Italia domina la classifica delle bici muscolari e quella complessiva. In aumento sono pure le esportazioni, passate da 193.601 a 200.302, poche rispetto alle importazioni, salite da 922.604 a 1.190.837 unità.

Bene tutto il settore a pedali
Il successo delle e-bike traina l’intero settore con il comparto bici a oltrepassare per la prima volta la barriera dei 22 milioni di pezzi venduti con un’ascesa rispetto ai 12 mesi precedenti dell’1%. Il segno positivo, d’altronde, è presente in molti indicatori, come il valore economico raggiunto dalla vendita di bici ed e-bike, pari a 19,7 miliardi di euro con un +7,5% nei confronti del 2020. Buone notizie arrivano anche dalla produzione, con i modelli realizzati in Europa a raggiungere poco più di 16 milioni di unità con un +10% circa sull’anno passato. Trend positivo si ha anche nel comparto della produzione di parti e accessori, aumentato in valore da 3 a 3,6 miliardi di euro. Crescite, secondo il presidente del Conebi Erhard Büchel, dovute al ritorno in Europa di molte industrie del settore, tendenza generata dalle note interruzioni della catena di approvvigionamento. “E’ un processo che richiederà tempo, ma rappresenta un'opportunità unica per l’ecosistema industriale europeo di crescere in modo sostenibile nel lungo termine. Più produzione locale – a partire dalla produzione di componenti – e vicinanza al consumatore, sono una parte essenziale della transizione”. Con il reshoring crescono investimenti, arrivati nel 2021 a oltre 1,75 miliardi di euro (+17% sul 2020), e l’occupazione diretta nel settore, passata da oltre 77.500 nel 2020 a quasi 87.000 nel 2021. Un aumento che porta il totale dei posti di lavoro diretti e indiretti in Europa a una stima di circa 170.000 occupati in circa 1.100 piccole e medie imprese, numero salito del 5-10% rispetto al 2020.

Le dichiarazioni degli esperti
“Sono lieto”, ha dichiarato il direttore generale Conebi Manuel Marsilio, “di vedere che il nostro settore – in termini di creazione di posti di lavoro green, produzione locale sostenibile, imprenditorialità e investimenti, innovazione e impronta ambientale – stia contribuendo concretamente agli obiettivi dell'Unione Europea, rendendo l'industria una delle più grandi all'interno Green Economy”. “I dati di Conebi”, aggiunge il presidente di Ancma Paolo Magri, “confermano che nell’ambito della bicicletta sono in corso profonde trasformazioni, per le quali è necessaria una presa di coscienza più compiuta anche da parte delle istituzioni: da un lato c’è una forte domanda che merita di essere valorizzata attraverso l’infrastrutturazione ciclabile e una rinnovata logica di incentivi all’utilizzo, mentre dall’altro si assiste all’evoluzione di paradigmi industriali, economici e produttivi di cui tener conto per coglierne al meglio le opportunità e dentro i quali anche il tessuto imprenditoriale italiano gioca e giocherà un ruolo molto significativo”.
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