Salta al contenuto principale

E-bike, è ancora record di vendite

Le consegne in Italia di e-bike arrivano a quota 295.000 segnando l’ennesimo record annuale con un +5% rispetto al 2020. A trainare le vendite sono sempre le MTB davanti ai modelli da città e per il cicloturismo. Segnali positivi si hanno anche sul fronte della produzione e delle esportazioni con crescite sostanziali che rafforzano il made in Italy nel mondo
Image
Green Planet
Un mercato in espansione
Nuovo record di vendite per bici a pedalata assistita in Italia con 295.000 unità vendute nel 2021, il 5% in più rispetto alle 280.000 registrate nel 2020. Si tratta dell’ennesima ascesa del settore elettrico che appena sei anni fa, nel 2015, contava solo 56.200 consegne. Un trend positivo che segue quello europeo, dove la stima per il 2021 è di 5,5 milioni di esemplari consegnati contro i 4,9 del 2020 e gli 1,5 milioni del 2015. È quanto emerge dalle stime annuali diffuse da Confindustria ANCMA (Associazione Ciclo Motociclo Accessori) per il settore delle due ruote a pedali, un’analisi dal quale si rilevano molti altre valutazioni di interesse. A trainare la domanda delle bici elettriche continuano ad essere le MTB con oltre il 50% delle vendite, ma una quota importante è rappresentata pure da city e trekking bike. Più contenute, ma in aumento, sono le richieste di eRoad, gravel e cargo bike elettriche.

Aumenta la produzione made in Italy
Interessante è l’analisi della produzione e dell’import-export elettrico. Le e-bike made in Italy continuano ad aumentare passando dalle 275.000 unità del 2020 alle 345.000 del 2021 con un incremento del 25%. In crescita sono pure le importazioni, aumentate dell’8% nell’ultimo anno arrivando a quota 130.000 contro le 120.000 del 2020. Come prevedibile, i maggiori fornitori di e-bike dell’Italia sono la Cina (25,8%) e Taiwan (10,8%), ma con importanti arrivi anche da Paesi Bassi (10,3%) e Germania (10%). La classifica cambia considerando il valore economico delle importazioni, con i più costosi modelli europei a portare al vertice la Germania (23,7%) davanti ai Paesi Bassi (17,9%) che precede di poco Taiwan (16,1%), mentre la Cina si deve accontentare del 5,4% dei soldi dei connazionali. 

Boom delle esportazioni
Vero boom per le esportazioni con un +56% che eleva il numero di e-bike italiane nei mercati del mondo da 115.000 a 180.000 unità. Un’ascesa che, per altro, segna pure il sorpasso dell’export sull’import in termini numerici, mentre per valore le e-bike in arrivo registrano ancora un complessivo monetario superiore rispetto a quelle in uscita: 128 milioni di euro contro 124 milioni, importo, quest’ultimo, in aumento del 55% nei confronti del 2020. La destinazione principale delle nostre e-bike è la Francia (48,6%) davanti a Germania (13,3%) e Spagna (12,5%). La classifica è quasi immutata analizzando il valore monetario: Francia (37,2%) davanti a Germania (15,5%) e al Belgio (8,9%) che supera la Spagna (8,5%). Da notare che il business extra Europa è molto limitato: Asia e Oceania rappresentano 1,2% del valore dell’export, l’America il 2,2% e l’Africa lo 0,1%.

Positivo tutto il settore a pedali
Buone notizie arrivano anche dal comparto delle due ruote a pedali in generale, ossia comprensivo anche del mondo muscolare. Dopo i numeri record del 2020, con oltre 2 milioni di pezzi venduti, il mercato 2021 sfiora il dato dell’anno precedente, fermandosi a 1.975.000, pari a un -2%. Un calo lieve, per altro, giustificato in parte dalla mancanza di biciclette, dalla difficoltà di reperire le componenti e dai ritardi nelle consegne. “Un risultato molto positivo” ha commentato Paolo Magri, presidente di ANCMA, “raggiunto in assenza degli incentivi all’acquisto, che avevano contribuito al considerevole dinamismo della domanda post-lockdown nel 2020”. Un protagonismo della bicicletta che deve essere supportato o, come afferma Magri, che “esige di essere valorizzato dal punto di vista culturale”. In particolare il presidente ritiene necessario “un passaggio dalla logica di incentivi all’acquisto a una visione corale di incentivi all’utilizzo fatta, ad esempio, di maggiori investimenti sulle ciclabili, sulla promozione dell’utilizzo, la sicurezza degli utenti e la promozione internazionale dell’Italia come meta cicloturistica”.

Cresce l’industria del ciclo
A rimarcare il buono stato di salute dell’industria nazionale sono i segni positivi presenti in altre voci. La produzione made in Italy nel 2021 supera i 3,2 milioni di unità con un incremento del 7% rispetto al 2020. Positivi, con aumenti a doppia cifra, anche i dati che riguardano l’export di biciclette (le muscolari segnano +21%) per un valore complessivo di 418 milioni di euro contro i 288 milioni registrati l’anno precedente (+45%). In crescita è anche il valore dell’export di parti e componenti, che arriva a un totale di 528 milioni di euro (+36%) e che conferma eccellenza produttiva italiana nei comparti di selle, ruote, telai e gruppi per modelli di alta gamma. Segno più si registra anche per il valore l’import, per lo più dovuto all’alta domanda di componenti e alla crisi delle scorte che ha fatto lievitare i prezzi. Un fattore che riporta in rosso la bilancia commerciale del settore bici italiano, ora di -64 milioni di euro contro i +4 milioni del 2020.

Aggiungi un commento