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Coronavirus, case moto: ecco chi ha chiuso e chi no

L’epidemia di coronavirus ha bloccato la produzione di KTM, Husqvarna, Gas Gas, Moto Morini, Yamaha, Polini e Ducati. Anche Brembo ha chiuso quattro stabilimenti per una settimana. Operative invece (pur con qualche limitazione) MV Agusta, Piaggio, Moto Guzzi e Aprilia
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Coronavirus, stop alla produzione
Da Ducati a KTM, da Husqvarna a Moto Morini fino a Gas Gas e Yamaha: il Covid 19 ha bloccato - o rallentato - la produzione di alcune tra le principali aziende italiane ed estere impegnate nel settore moto.
La struttura di KTM a Mattighofen in Austria ha chiuso i battenti, costringendo GasGas e Husqvarna - tutte sotto l'ombrello di Pierer Mobility AG - a fare altrettanto. Come comunicato, il gruppo ha concesso al personale una "vacanza aziendale di due settimane", chiudendo gli stabilimenti. Oltre che per tutelare la salute dei dipendenti, la decisione è stata presa anche e soprattutto a fronte della possibile nonché probabile interruzione nella catena di approvvigionamento dal nord Italia, dove si trovano molti dei fornitori. Anticipando le vacanze dei propri lavoratori, KTM spiega di voler evitare “una possibile interruzione incontrollata del business” e al contempo di “stabilizzare la catena di approvvigionamento a lungo termine”. In ogni caso, rassicurano dal quartier generale austriaco, la distribuzione e la fornitura di pezzi di ricambio non subirà alcuna interruzione.
Ugualmente, è garantita la disponibilità di tutti i modelli per l’inizio ormai imminente della bella stagione. Anche Yamaha ha sospeso la produzione in Italia e Francia fino al 22 marzo: il provvedimento riguarda in particolare la Minarelli Motori a Calderara di Reno e lo stabilimento di assemblaggio MBK Industrie a Saint-Quentin, in Francia. Difficile fare previsioni: la situazione, spiegano, sarà rivista settimanalmente dal 23 marzo in avanti.

Discorso analogo per le aziende di casa nostra, dove la situazione, per il momento, risulta essere ben più critica che nel resto del mondo. Oltre a Ferrari, a fermarsi sono Moto Morini e Ducati. La controllata del gruppo Zhongneng  ha preso la decisione di chiudere i cancelli della fabbrica per tutelare la “salute dei lavoratori e dell’intera comunità”. Scelta condivisa da Ducati, ferma dalla fine della scorsa settimana e fino al 25 marzo. Dal quartier generale, Domenicali ha comunque assicurato il proseguo di tutte le attività legate allo sviluppo dei nuovi prodotti e del supporto ai mercati: ”Sono comunque garantiti tutti i servizi di supporto ai nostri clienti - ha spiegato l’AD di Ducati - in primis la fornitura dei ricambi. Ci stiamo organizzando per essere pronti alla ripartenza e, anche in questo periodo di fermo, non mancherà il nostro appoggio".
Dietrofront invece per MV Agusta, che, dopo un iniziale annuncio di stop, ha scelto di proseguire nella produzione, pur con qualche limitazione e rallentamento. La casa varesina annuncia di aver ridotto il numero dei dipendenti in azienda attraverso la chiusura dei reparti non essenziali ed il ricorso, quando possibile, allo smart working. Inoltre, ai dipendenti è stata offerta la possibilità di fruizione delle ferie e si è presa in considerazione anche la cassa integrazione. Ai lavoratori rimasti nella linea produttiva sono stati invece forniti i necessari presidi di protezione, come guanti, mascherine e gel igienizzante.
A interrompere la produzione anche Polini e Brembo, entrambe aziende con sede tra Brescia e Bergamo, cioè nell’area più colpita dall’epidemia. La prima ha annunciato d’aver chiuso lo stabilimento fino a data da definirsi, mentre la seconda ha disposto la chiusura dei 4 stabilimenti da lunedì 16 marzo fino a domenica 22, lasciando a casa circa 3.000 lavoratori.
Fa eccezione il Gruppo Piaggio che, dopo la decisione di sospendere la produzione per tre giorni a seguito di un caso positivo riscontrato nello stabilimento di Pontedera, ha scelto di ripartire. Oltre a Piaggio, attivi sono dunque Aprilia a Noale e Scorzé e Moto Guzzi a Mandello del Lario. Tutti i lavoratori, assicurano da Piaggio, sono comunque monitorati agli ingressi per misurare la temperatura corporea e sono muniti di kit sanitario.

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