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Alex Rins: è nata una nuova stella?

Il pilota della Suzuki ha vinto in Texas la sua prima gara in MotoGP, vertice di una carriera che fino ad ora lo ha visto perdente di successo. Dai duelli con i fratelli Marquez, Vinales e Zarco ripercorriamo le tappe di una crescita che lo ha fatto diventare il pilota più forte del momento. Brivio raccoglie oggi i frutti di una scommessa che solo due anni fa per molti era una azzardo.
Il Texas è detto anche Lone Star State e fino a ieri Marc Marquez ha rappresentato benissimo la trasposizione motociclistica della stella solitaria. Eppure la vittoria di Alex Rins solletica un interrogativo: siamo di fronte a un nuovo astro nel firmamento della MotoGP?
Non sono molti i piloti che riescono ad aggiungere il proprio nome al ristretto club dei vincitori nella classe regina: gli ultimi in tal senso sono stati Miller, Crutchlow, Iannone e Vinales. Era il 2016, la particolare stagione del debutto delle Michelin nel motomondiale; ma da tre anni a questa parte le vittorie sono andate di nuovo ai soliti noti. Alex Rins porta aria fresca e arriva al successo dopo un processo di avvicinamento relativamente lungo: il catalano ha la fama di pilota vincente, ma non di campione che brucia le tappe come sono stati Rossi, Marquez, Lorenzo, Vinales stesso. D'altronde Alex non ha mai vinto un titolo, se non a livello nazionale - Cev Moto3 nel 2011-, e nel motomondiale ha collezionato una nutrita serie di piazzamenti, mancando sempre il bersaglio grosso in campionato. Veloce e vincente fin dagli esordi, il catalano ha spesso incrociato le proprie armi e il suo destino con connazionali e altri piloti che hanno rinviato il suo appuntamento con la gloria.

Le sfide: da Alex a Marc Marquez
Rins ha trovato sulla sua strada in particolare più volte sia Vinales che i fratelli Marquez, ma anche Zarco. Ciò che la sorte sembra avere tolto però in un primo momento ad Alex è stato poi restituito nel tempo al pilota Suzuki, per una curiosa serie di coincidenze.
L'esordio di Rins nel mondiale in Moto3 è del 2012, ma solo dall'anno successivo Alex ha una moto davvero competitiva. Nel suo secondo anno il team è sempre Monlau sponsorizzato Estrella Galicia, ma la moto è una KTM. Il compagno di box è ancora Alex Marquez. Nonostante 8 pole position, 6 vittorie e altri 8 podi, Rins arriva secondo in campionato: vince il titolo Maverick Vinales, anche lui classe 1995. L'anno successivo Top Gun passa in Moto2 e così Rins è il favorito numero uno alla vigilia della prima gara in Qatar. In quella stagione però il feeling di Alex con la Honda non è eccezionale, a vincere il titolo con il team di Emilio Alzamora è un altro Alex, il fratello di Marc Marquez. Rins addirittura si classifica terzo, alle spalle anche di Jack Miller. I movimenti del mercato di Moto2 e il destino lo portano quindi a prendere il posto proprio di Maverick Vinales nel team Pons per il 2015. Nel passare alla categoria superiore Rins brucia le tappe di adattamento ed è subito competitivo: podio alla seconda gara, due vittorie in stagione e seconda posizione in campionato alle spalle di Zarco. Il confronto tra i due si rinnova nel 2016, ma ancora una volta è il francese a vincere il titolo e Alex deve accontentarsi della terza posizione in campionato. Qui di nuovo i destini di Rins e Vinales vanno a braccetto.

La MotoGP sulla scia di Vinales
Per il 2017 Maverick passa in Yamaha dopo un biennio in Suzuki, Brivio sceglie proprio Rins per sostituirlo. Il tutto nonostante Zarco abbia già firmato un pre-contratto con la casa di Hamamatsu. Al tempo non sono pochi i dubbi degli addetti ai lavori sulla scelta dei giapponesi: Zarco era pur sempre un due volte campione del mondo, Rins aveva vinto parecchie gare ma nessun titolo. I primi passi del francese e dello spagnolo in MotoGP acuiscono le perplessità. Il debutto di Zarco è più che convincente: subito in testa in Qatar prima della caduta, il primo podio conquistato già in Francia. Nel mentre Rins colleziona cadute già nella pre-season e un infortunio in Spagna. La velocità è buona ma in tutta la stagione il catalano fatica: la Suzuki non è la moto che l'anno prima aveva permesso a Vinales di vincere a Silverstone. Ad ogni modo, proprio all'ultimo gp stagionale Rins conquista un quarto posto che fa morale. L'anno scorso il balzo in avanti: con una Suzuki molto migliorata, Rins conquista cinque podi e la quinta posizione finale in campionato. Fa meglio di Iannone e dimostra di non avere timori reverenziali. Memorabile lo scambio di cortesie con Marquez – questa volta Marc-, ad Assen: Rins lo sorpassa deciso, Marc perde una pedana e quasi va a terra. Poco dopo il campione del mondo rende il favore: Sua Maestà si scomoda per mettere in chiaro chi comanda. Quest'anno si verifica un altro episodio di intenso agonismo tra i due in Qatar, quando entrambi sono in lotta per la vittoria. È vero che con Magic Marc ogni manovra non si sa come può andare a finire, ma l'impressione è che tra i due catalani ci sia elettricità.
Ad Austin Marquez in qualche modo ha consegnato mezza vittoria a Rins, ma l'altra metà il pilota di Brivio se l'è decisamente guadagnata.

Numero uno da Motegi in poi
Alex d'altronde sta dimostrando di essere in forma splendida già dalla fine del 2018: sette arrivi consecutivi nella top 5 dallo scorso gp del Giappone, quattro podi. Se il campionato fosse iniziato l'anno scorso a Motegi, Rins sarebbe in testa con 116 punti, contro i 105 di Dovizioso e i 95 di Marquez. È poco più di un gioco ma rende l'idea di quanto in Suzuki tengano in considerazione questo ragazzo di 23 anni cresciuto esponenzialmente, che in inverno ha anche diretto tutto il lavoro di sviluppo della nuova GSX-RR in pista.
Dove possono arrivare ora Rins e la Suzuki? Difficile dirlo: la casa di Hamamatsu non ha le risorse di Honda e Ducati per fare sviluppo continuo nel corso della stagione e non ha un team satellite per accumulare più dati. Inoltre arriveranno circuiti dove il motore conterà di più e se la Suzuki ha un punto debole è forse ancora nella potenza del propulsore. Sicuramente però Rins è un pilota veloce ed equilibrato, gestito alla meglio da un team che dopo l'abbandono di Vinales lo cura come un tesoro. Se la vittoria darà quello scatto in avanti in termini di consapevolezza nei propri mezzi, Rins e la Suzuki potranno togliersi parecchie soddisfazioni.
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