Salta al contenuto principale

ADAS, con Vayyar radar e sensori si evolvono ulteriormente

Specializzata nella progettazione di sensori radar basati sul calcolo delle immagini in 4D, l’azienda israeliana Vayyar promette soluzioni decisamente evolute: i radar di domani saranno sempre più piccoli, sempre più precisi e sempre più veloci nel calcolare traiettorie e possibili scenari di collisione
Image
News
ADAS
Approdati ormai anche nel settore motociclistico, i sistemi avanzati di assistenza alla guida come gli avvisi di collisione, i cruise control o quelli di cambio corsia hanno compiuto passi da gigante, raggiungendo livelli fino a pochi anni fa neppure immaginati. Cosa non da poco considerati i numerosi - e per certi versi anche più stingenti - requisiti di sicurezza specifici per le due ruote che tengano per esempio conto non solo dei più ampi spazi d’arresto del veicolo, ma anche della maggior “mobilità” della moto sulla carreggiata e degli elevati angoli di inclinazione derivanti dalle curve. Un altro problema quando si parla di moto e non di auto sono poi le opzioni di integrazione “spazialmente limitate”, intese sia dal punto di vista del posizionamento dei sensori che delle spie e dei relativi avvisi da mostrare al pilota. Possibili soluzioni a questi problemi potrebbero presto arrivare grazie ai nuovi radar di imaging 4D proposti dall’azienda israeliana Vayyar e basati per l’appunto sul calcolo di immagini in 4D. Il sistema funziona attraverso il rilevamento e il tracciamento effettivi di tutti i bersagli statici e dinamici presenti sulla carreggiata fino a un raggio di 140 metri, che l’azienda promette di estendere fino a 300. Non solo: per rendere la “proiezione” ancora più affidabile, l’elaborazione del segnale integra anche dei filtri per l'oscuramento del terreno, per la compensazione dell'angolo di inclinazione e per la stima del raggio di curvatura, cioè la posizione sul tracciato in cui andrà a trovarsi la moto una volta effettuata una curva.  Per garantire una copertura del radar a 360°sono necessari solo due sensori (e non le decine, come nel caso dei brevetti Indian), ciascuno in grado rilevare con precisione eventuali punti ciechi, cambi di corsia, avvicinamento di veicoli dalla parte anteriore e posteriore. Le premesse - garantite dalla stessa Vayyar - sono più che allettanti, specialmente per i tanti costruttori che, seguendo l’esempio di alcuni “pionieri”, come Ducati o BMW, si getteranno nella mischia degli ADAS: nuovi sistemi radar di rilevamento, sempre più precisi, sempre più veloci e sempre più piccoli. 

Aggiungi un commento