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Harley-Davidson Nighster, si apre un nuovo capitolo

Una Harley-Davidson Sportster come mai ne avevate viste prima d’ora, tanto che la Casa di Milwaukee le ha dato un nome diverso: si chiama Nightster, apre un nuovo capitolo della saga Sportster e compie un balzo in avanti nel design e nelle prestazioni. Riprende le linee classiche della famiglia e aggiunge le prestazioni del propulsore Revolution Max 975T, insieme a un bel numero di funzionalità e ad ausili elettronici che non ne snaturano l’essenza ma facilitano la guida.
Un nuovo capitolo
Ci sono elementi stilistici familiari ma non fatevi ingannare, quello che vi sembra il classico serbatoio dalla forma “a noce” in realtà cela l’air box perché il serbatoio vero è sotto la sella e per accedere al tappo bisogna sollevarla; la sella stessa, monoposto, e i corti parafanghi, riprendono le forme del modello Iron 883; la sospensione posteriore è a due ammortizzatori come sul precedente telaio Sportster e i cerchi in alluminio a sette raggi hanno le misure classiche della famiglia, 19 “anteriore e 16 “posteriore, con pneumatici Dunlop rispettivamente D401F 100/90 e D401T 150/80. Davanti c’è un freno a disco di 320 mm Ø con pinza assiale a quattro pistoni e dietro uno di 260 mm Ø con pinza flottante a un pistoncino
Uno degli elementi di rottura, anche se non si vede, è il telaio. Nella Nightster il motore Evolution Max 975T ha anche una funzione strutturale e ad esso sono sono imbullonati gli elementi anteriore con il cannotto di sterzo, centrale che funge da punto d’attacco per gli ammortizzatori, e la sezione posteriore del telaio; il forcellone è costruito in tubi rettangolari, i due ammortizzatori sono regolabili solo nel precarico e garantiscono un’escursione ruota di 76 mm. All’anteriore una forcella convenzionale Showa con steli di 41 mm Ø che impiega la tecnologia Dual Bending Valve ed ha una escursione di 114 mm.

Family feeling
È una Harley e a certe caratteristiche non rinuncia: “vita” stretta e sella bassa, a 69,85 cm da terra, per arrivare facilmente a toccare con i piedi, baricentro basso e masse centralizzate che rendono più facile la guida a bassa velocità.
In questo comunque sono di grande aiuto anche le caratteristiche di un motore che mantiene l’irrinunciabile e tradizionalissimo schema bicilindrico a V di 60° ma nasconde soluzioni all’avanguardia. Gli permettono di erogare una notevolissima coppia ai bassi regimi con una curva di erogazione che rimane piatta per tutta la fascia di potenza: vengono dichiarati 90 CV  a 7500 giri/minuto e 95 Nm a 5000 giri/minuto. Qui il raffreddamento è a liquido e mantiene costanti le temperature del motore e dell’olio in tutte le condizioni garantendo una maggiore regolarità di funzionamento e una maggiore silenziosità meccanica.
I due perni di biella dell’albero motore sono disassati di 30° e questo, in combinazione con la V dei cilindri, determina uno sfalsamento degli scoppi di 90°; particolare curioso, il motore è progettato per l’impiego di benzina a 91 ottani ma è dotato di sensori che prevengono possibili danni da detonazione e quindi non dà problemi nemmeno con carburante a numero di ottano più basso.
I pistoni sono in alluminio forgiato e vengono raffreddati da due ugelli che inviano l’olio nella loro parte inferiore, le testate a quattro valvole sono in lega d’alluminio 354 e sono dotate di valvole al sodio azionate da bilancieri a rulli con regolazione idraulica del gioco. La distribuzione è a doppio albero a camme in testa comandati da una catena per ogni cilindro, con la particolarità che i due alberi di aspirazione hanno la fasatura variabile (Variable Valve Timing – VVT): il controllo computerizzato regola la fasatura degli alberi a camme in modo indipendente lungo un arco di 40° di rotazione dell’albero motore, così da ampliare la fascia di erogazione.
L’alimentazione è ad iniezione, fornita da due corpi farfallati separati con diffusore di 50 mm Ø posizionati tra i due cilindri; la lubrificazione è a carter semi-secco con tre pompe di raccolta e serbatoio incorporato nel blocco motore, per ridurre la perdita di potenza parassita. Stacca con il passato anche il particolare disegno dello scarico 2 in 1 progettato per generare una tonalità a bassa frequenza.
In perfetto stile Harley Davidson, il sistema di bilanciatura è costituito da un albero primario nel carter e da un piccolo albero secondario sulla testata anteriore: è efficientissimo, ma tarato in modo tale da lasciare ”quel tantino di vibrazione che fa sentire la moto viva e pronta a mordere la strada” come dichiara la Casa.
Il cambio è a sei marce e la frizione è a comando meccanico e dotata di sistema antisaltellamento.

Tecnologia moderna
Si parlava dei sistemi adottati sulla Nightster per migliorare sicurezza e comfort: l’ultima nata di Milwaukee è dotata di ABS a doppio canale, controllo di trazione e sistema di controllo della coppia motrice in rilascio che interviene nel caso dello slittamento della ruota posteriore quando si scala bruscamente marcia, soprattutto sui fondi scivolosi. Ci sono anche tre modalità di guida selezionabili: Road, Sport e Pioggia.
L’impianto di illuminazione è completamente a LED, sia il faro anteriore, sia gli indicatori di direzione e il gruppo posteriore; la strumentazione dal disegno circolare è costituita da un tachimetro analogico di 10 cm Ø nel quale è inserito un display LCD multifunzione.
Per gli incontentabili è disponibile anche una ampia gamma di accessori che comprende due diverse parure di dettagli estetici per il motore, schienalino, sellino passeggero, borse laterali, kit per avanzare di 259 mm i comandi a pedale, parabrezza alto e basso, filtro dell’aria esterno, cornetto di aspirazione e due diversi manubri.
Tre le livree disponibili: Vivid Black, Gunship Grey e Redline Red, queste ultime due applicabili solo al coperchio dell’airbox (il finto serbatoio) mentre parafanghi e parabrezza sono sempre in Vivid Black e i cerchi sempre in Satin Black.
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