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Museo Morbidelli, addio: inizia l'asta finale

Dal 14 al 16 agosto si svolgerà a Bicester, in Gran Bretagna, la "Summer Sale" di Bonhams: l'asta in cui andranno all'incanto le moto del Museo Morbidelli di Pesaro, inaugurato nel 1999 e attivo sino alla morte del fondatore Giancarlo Morbidelli nello scorso febbraio. Ma le polemiche per la chiusura e soprattutto per la vendita delle moto non si placheranno con la fine dell'asta
Gioielli all'asta
All'inizio era solo la collezione di Giancarlo Morbidelli: le moto da competizione che lui stesso aveva costruito e fatto correre tra il 1968 e il 1982, conquistando tre titoli mondiali (1975-1976 e 1977) nella classe 125 con Pileri e Bianchi e uno nella classe 250 con Mario Lega nel 1977, le MBA costruite insieme a Paolo Benelli, la leggendaria 500 8V del 1992, la moto stradale disegnata da Pininfarina, e tutte le moto che gli piacevano e si era comprato negli anni, restaurandole con cura e grande competenza. Poi nel 1999 era nato il Museo Morbidelli, organizzato e godibilissimo, forse più per i racconti di Giancarlo Morbidelli che per le moto stesse: era lui che accompagnava spesso i visitatori, raccontando le moto una ad una, le conosceva come fossero tutte figlie sue. 
E alla fine, l'epilogo che nessuno avrebbe voluto vedere: le sale del Museo svuotate (guardate che tristezza la foto sotto), le moto caricate sui TIR inviati dalla casa d'aste inglese Bonhams (www.bonhams.com), infine l'asta (The Summer Sale) che si svolge dal 14 al 16 agosto nelle sale del Bicester Heritage, a Bicester (Oxfordshire). Se volete seguirla online, qui trovate il link alla diretta dell'asta.

Sui giornali locali e qualche testata specializzata la vicenda del Museo è stata raccontata descrivendo vari tentativi di salvataggio da parte della famiglia Morbidelli.
Roberto Pontiroli Gobbi, grande cronista romano, ha seguito la vicenda del Museo Morbidelli con attenzione puntigliosa nelle pagine social di Yesterbike (www.yesterbike.it, attivissimo club di moto storiche di Roma, di cui Pontiroli Gobbi è l'animatore) e la pensa diversamente.
Ecco il suo racconto e alcuni pareri che ha raccolto. 
 
A sinistra Giancarlo Morbidelli e il figlio Gianni, a destra le sale tristemente vuote dell'ormai ex museo Morbidelli

Rimangono solo le Morbidelli
Conto alla rovescia per la vendita all’asta di 324 moto del Museo di Giancarlo Morbidelli, l’ex industriale pesarese di macchine per la lavorazione del legno, scomparso il 10 febbraio scorso a 86 anni. Per divertimento costruiva moto da corsa che hanno vinto nella seconda metà degli anni ’70 quattro titoli mondiali piloti, tre marche e ben 34 Gran Premi, tra cui tre ad opera di Graziano Rossi il padre di Valentino. Poi, cessata l’attività della sua industria di macchinari (che vendette a peso d’oro), ha allestito un bellissimo museo nei locali che ospitavano la sua industria.
A metterle in vendita Gianni Morbidelli, primogenito di Giancarlo ed ex pilota di Formula 1, che le ha affidate alla casa d’aste Bonhams, quando il padre era in fin di vita. Il figlio ha tenuto soltanto quasi tutte le moto da corsa costruite dal padre, mentre ha di fatto svuotato il Museo che Giancarlo aveva allestito in quarant’anni, raccogliendo moto acquistate in tutto il mondo. Per portarle via la Bonhams ha dovuto mandare in Italia ben quattro Tir. E la cosa ha fatto gridare allo scempio tutti gli appassionati e collezionisti italiani e non solo.

La Morbidelli 250 con cui nel 1976 Giacomo Agostini prese parte a una gara di campionato italiano. Anche lei all'asta

Tanti pezzi unici, ma non solo
Tra i pezzi più preziosi che andranno all’incanto a Bicester in Inghilterra dal 14 al 16 agosto, una Ducati 125, esemplare unico al mondo, costruita dalla casa di Borgo Panigale nel 1964, una moto che non ha mai corso, a cui è stata data una base d’asta da 440 a 660.000 euro. Ci sarà anche una Morbidelli 250 con telaio Bimota con cui nel 1976 in una gara di campionato italiano gareggiò a Misano anche Giacomo Agostini, giungendo secondo alle spalle di Franco Uncini, quotata da 66 a 110.000 euro. Quindi una Benelli 250 ex Tarquinio Provini del 1964 (89.000- 130.000 euro) e la Benelli 250 1950 ex Dario Ambrosini campione del mondo nel 1950 e vincitrice di 3 Gran Premi tra cui il Tourist Trophy (130-200.000 euro). Poi una Morbidelli 125 del 13 volte iridato Angel Nieto spagnolo (89-130.000 euro) e infine una splendida MV Agusta 125 Bialbero del 1952 (33-44.000 euro).


La Ducati 125 quattro cilindri costruita dalla casa di Borgo Panigale nel 1964, una moto che non ha mai corso: base d’asta da 440 a 660.000 euro

Solo 15 partecipanti
A causa della pandemia Bonhams aveva già ridotto la partecipazione all’evento a 40 persone e ora le ha ulteriormente limitate a una quindicina. Tra questi pochi “eletti” che presenzieranno a quella che può essere definita un’asta storica ci sarà anche il trevigiano Alessandro Altinier, il più importante commerciante di moto d’epoca italiano ed europeo. Che dice: “Sarà un’asta memorabile sia per la quantità che per la qualità e il gran pregio di alcuni dei lotti, anche se messi in vendita a prezzi stratosferici. Le mie previsioni? Per prevedere l’esito dovrei essere il mago Otelma: potrebbe essere un successone come un megaflop. Oltre ai pezzi importanti ci sono centinaia di moto stradali anni ’50 e ’60 in vendita a prezzi da mercatino. Potrebbero essere appetibili in quanto pezzi ex Museo Morbidelli, come pure ignorate poiché quella categoria di moto sul mercato collezionistico è letteralmente precipitata come interesse e valore. Vedremo. Anch’io sono molto curioso di vedere cosa accadrà, quante di queste moto verranno vendute e a che prezzo e quante ne rimarranno invendute”.
Resta l’amarezza nel sapere che questo patrimonio motoristico italiano andrà comunque frammentato e disperso. La parola all’avvocato Giovanni Copioli, presidente della Federazione Motociclistica Italiana. “Un grande dispiacere - esordisce Copioli - vedere disperdere un tesoro motociclistico così importante. Purtroppo noi come Federazione non abbiamo le risorse economiche per intervenire, oltretutto sarebbe un problema disporre degli spazi necessari per poterle conservare dignitosamente e poter esporle per farle ammirare agli appassionati. Sarebbe bellissimo poterle acquistare, ma è un’operazione economicamente troppo impegnativa, direi proibitiva, che proprio non possiamo permetterci. Per noi è un sogno irrealizzabile perché è un investimento che richiede milioni di euro che noi non abbiamo. Purtroppo è così”.
“Un immenso dolore – aggiunge Salvatore Pascucci, coordinatore del Registro Storico della Federmotoquello di Morbidelli è, anzi purtroppo ormai era, il più importante museo motociclistico italiano e tra i più importanti in Europa. Quando ho appreso la notizia mi è venuta una fitta al cuore. Ero a conoscenza che a Gianni Morbidelli le moto non interessavano affatto, ma mai avrei pensato arrivasse a smantellare quello che ha realizzato quel genio del padre in tanti anni di lavoro e di passione”.


Per chi volesse conoscere meglio la storia di Morbidelli, consigliamo di vedere il documentario Morbidelli - Storie di uomini e di moto veloci di Jeffrey Zani, presentato nel 2014, un bellissimo omaggio alla passione e alle capacità di Giancarlo Morbidelli: qui sotto trovate il trailer.
 
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