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MotoGP Starting Grid: Assen, benvenuti a casa Rossi

Valentino ha vinto 10 volte sulla pista olandese: al TT il Dottore ha ottenuto il primo successo dal ritorno in Yamaha e l'ultimo a oggi. Tra i duelli mitici da ricordare ad Assen ci sono la sportellata all'ultima chicane con Marquez nel 2015, ma anche il duello americano tra Hayden ed Edwards nel 2006: il texano andò incredibilmente a terra a una manciata di metri dal traguardo mentre era in testa
Si avvicina il giro di boa del campionato, la pausa estiva è all'orizzonte ma il nostro Guido Sassi prosegue nel viaggio che ci racconta le 19 tappe del motomondiale con MotoGP Starting Grid: next stop Assen, l'università del motociclismo, per un gran premio che raramente ha deluso le attese.

La novità
I test post gp di Barcellona hanno delineato un panorama tecnico in continua evoluzione: tutti i costruttori hanno portato qualcosa di nuovo al Montmelò, bisognerà vedere ora cosa sarà spendibile subito e cosa invece sarà affinato in ottica 2020. La Honda sembra la casa che ha lavorato maggiormente in ottica futura, Ducati e Suzuki avevano interessanti novità di telaio volte al breve periodo. La moto di Rins monterà già da Assen il particolare evoluto, per quanto riguarda la Rossa di Borgo Panigale invece non c'è certezza di un impiego immediato del telaio modificato. Tanta attesa anche per Yamaha, che sta affinando l'elettronica e che nei Paesi Bassi troverà una pista amica per provare finalmente a vincere la prima gara del 2019.

Che numeri
10 vittorie complessive, 8 in MotoGP, sempre a bersaglio negli anni dispari dal 2005, con l'eccezione del 2011 quando era in Ducati (vinse comunque la Yamaha di Spies): Valentino Rossi nella pista di Assen trova il proprio talismano. Il TT è il tracciato dove ha ottenuto la prima vittoria in 250, la 100esima in assoluto, dove nel 2013 ha centrato il primo successo dal ritorno in Yamaha e nel 2017 l'ultimo fino a oggi. La Honda ha portato al successo dal 2012 Stoner, Miller e Marquez (due volte). Ducati soffre sull'asciutto, ma nelle gare bagnate ha conquistato podi di rilievo, come i secondi posti di Dovizioso e Petrucci nel 2014 e 2017 o il terzo posto di Redding nel 2016.

La sfida
Ad Assen è facile ipotizzare una gara di gruppo, una royal rumble con una entry list che sulla carta prevede: tre o quattro Yamaha, le due Ducati ufficiali più Miller, la Suzuki di Rins e ovviamente la Honda di Marquez, con Crutchlow pronto a inserirsi. Sono una decina i piloti che si possono giocare il colpo grosso, ma la sfida più interessante è quella interna alla Yamaha, dove Rossi, Vinales e Quartararo hanno tutti ottime carte per ben figurare. Per ora il Dottore rimane il pilota più redditizio, con due secondi posti e 72 punti in classifica, ma Quartararo ha già conquistato due pole e un secondo posto. Vinales dal canto suo ha raccolto davvero poco, vittima di tre incidenti di cui non ha colpa. Di sicuro i piloti della marca di Iwata sono tutti motivatissimi e anche Franco Morbidelli ha bisogno di un risultato pienamente convincente per riequilibrare il rapporto all'interno del box con il francese. Ci sarà da divertirsi.

Questa è storia
La leggenda del TT Assen è legata a doppio filo a quella di Valentino Rossi, che da queste parti ha una tribuna intera per i propri tifosi, sparsi in realtà un po' lungo tutta la pista. Il 46 di Tavullia trovò conforto a queste latitudini in particolar modo nel 2013, nel delicato anno del ritorno in Yamaha. Dopo il biennio in Ducati la stagione non stava andando benissimo: Rossi aveva trovato una M1 cambiata rispetto alla 800 che aveva lasciato e dopo i fuochi d'artificio del Qatar - con il secondo posto in rimonta alle spalle di Lorenzo- i risultati tardavano ad arrivare. Lontano dal podio e in cerca del feeling con la moto, Rossi sfruttò il weekend di Assen: Lorenzo aveva gareggiato dopo il terribile botto nelle libere e l'operazione di soli due giorni prima alla clavicola, Marquez aveva subito la doppia frattura di un alluce e un mignolo nelle seconde libere. Nel sabato di Assen (fino a due anni fa si correva ancora nel pre festivo) Rossi riuscì a recuperare la brillante partenza di Pedrosa e a tornare a quella vittoria che gli mancava dal gp di Malesia del 2010.

Hot spot
I detrattori di Assen sostengono che la vecchia pista fosse decisamente più bella e interessante: hanno ragione e se chiedi a un pilota come Capirossi di parlarti del vecchio tracciato, riesce immediatamente a farti capire quanto fosse davvero un tempio della velocità. Ma la versione ridotta del circuito di un tempo ha comunque parecchi punti interessanti e altri che – nel bene e nel male- hanno scritto la storia di gare e mondiali. Impossibile dimenticare l'edizione 2006, con il duello americano tra Colin Edwards e Nicky Hayden: il pilota della Yamaha era stato in testa dal primo al penultimo giro, poi era stato passato da Kentucky Kid. Un errore del 69 Honda aveva permesso a Edwards di riportarsi al comando, ma il compagno di squadra di Valentino era andato lungo all'ultima chicane. Colin aveva accelerato sul sintetico, finendo incredibilmente a terra e regalando la vittoria ad Hayden. Edwards in MotoGP non vincerà mai una gara e quell'errore rimane la grande occasione sprecata dal texano per arrivare al successo.
L'ultima chicane è ancora più nota dal 2015, l'anno del tentativo di Marquez ai danni di Rossi all'ultimo giro: proprio all'ultimo ci fu l'entrata abbondante dello spagnolo che toccò Valentino: il Dottore finì all'esterno della esse e la tagliò, rientrando in pista prima del traguardo. Rossi transitò infine per primo sotto la bandiera a scacchi. Il post gara fu condito da polemiche con Marquez che accusò Valentino di essersi avvantaggiato in maniera scorretta e Rossi che rispose per le rime: "Dove sarei potuto andare dopo quell'entrata?". Fu il secondo scontro della stagione dopo l'Argentina, e il prologo di un finale di campionato che tutti conosciamo.

 
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