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Honda e BMW, l'inizio in superbike non è dei migliori

Scott Redding ha vissuto un weekend da incubo al Motorland, con una M1000RR che nelle sue mani non ha reso. In casa Honda le cose vanno un po' meglio, ma anche Vierge e Lekuona hanno mancato la top5 e la CBR1000RR-R sembra ancora lontana dall'esprimere un buon potenziale
Il primo round della superbike ha regalato sostanzialmente una rivisitazione dello scorso campionato: i due protagonisti, Rea e Razgatlioglu, più Alvaro Bautista al posto di Scott Redding sulla Ducati. Ed è proprio l'inglese uno dei grandi assenti del primo weekend, così come Honda, all'ennesima falsa ri-partenza di un progetto che davvero fa fatica a prendere quota.

Problemi di gioventù?
“Nel finale di gara i freni non funzionavano e il motore si surriscaldava. In più non avevo grip”. Scott Redding era sconsolato dopo il ritiro in gara 2 di Aragon, e non è che le prime due siano andate tanto meglio: 15esimo in race 1, 12esimo e fuori dai punti nella superpole race. Secondo il britannico la nuova moto ha potenziale, ma al momento le cose non funzionano e non si capisce il perché.
Se la M1000RR non è apparsa nel suo massimo splendore, è pur vero che i compagni di marca di Scott hanno fatto meglio: Loris Baz ha raccolto 14 punti, Eugene Laverty 10. Il francese per lo meno si è issato fino a un settimo posto che sa di brodino, ma è chiaro che al momento la casa bavarese esce dal primo appuntamento ridimensionata nelle ambizioni. I test invernali erano stati affrontati con il piglio di chi non lascia nulla di intentato e anche a livello di moto in griglia – ora 4- e di livello di investimento sui piloti la casa dell'Elica si era data da fare. Il richiamo alla realtà è stato brusco, anche se non è detto che i problemi di gioventù della quattro cilindri bavarese non possano rientrare nel corso della stagione.

Una strada in salita
Non è andata tanto meglio Honda, che in questa stagione ha rivoluzionato il parco piloti e la propria CBR1000RR-R, ma ad Aragon ha raccolto poco sia con Iker Lecuona che con Xavi Vierge. I due spagnoli voluti da Alberto Puig hanno fatto il possibile, ma nessuno dei due è andato oltre il sesto posto. Da quest'anno la quattro in linea di Honda ha cambiato fornitori di sospensioni (Showa invece di Ohlins) e freni (Nissin al posto di Brembo): come per BMW, anche in questo caso bisogna dare ai tecnici di lavorare su un progetto fortemente rinnovato, ma per il momento, se c'è potenziale, è ancora nascosto.

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