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Prezzo carburanti, le accise fruttano al fisco 2,2 miliardi

Questa estate le vacanze degli italiani regaleranno al fisco oltre 2 miliardi di extra profitto grazie ad iva e accise sui carburanti. Assoutenti mette nel mirino le dichiarazioni del ministro Urso, invocando una riduzione delle tasse e l’ apertura di un'indagine seria sul prezzo degli idrocarburi raffinati

Prezzo carburanti, le accise fruttano al fisco 2,2 miliardi

Prezzi carburante
Con i prezzi di benzina e gasolio tornati alle stelle, il controesodo estivo sarà quest’anno un vero e proprio salasso per i cittadini, ma una manna dal cielo per il fisco, che grazie all’Iva e alle accise otterrà incassi extra dai rincari. “Ipotizzando 15 milioni di autovetture a benzina o a gasolio in circolazione sulle autostrade e una media di 3 pieni solo per gli spostamenti e successivo ritorno - stima Assoutenti -  il fisco guadagnerà 2.275.875 euro grazie alla tassazione sui carburanti che è di 1.513.125.000 euro per le accise e 762.750.000 per l’Iva”.
Nel mirino delle associazioni dei consumatori, spalleggiate in parlamento dalle opposizioni, ci sono in particolare le dichiarazioni del ministro delle Imprese Adolfo Urso, secondo cui “È falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l'Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei. Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania”.
Affermazioni “del tutto fuori dalla realtà”, secondo il responsabile economico del PD Antonio Misiani, che punta il dito sull’inefficacia delle misure contro il caro-carburanti varate dal governo Meloni rivelatesi poi,  puntualizza il senatore, “un buco nell’acqua”.
Oltre alla riduzione delle accise, necessaria ad abbassare i prezzi, per “vederci più chiaro” e, quindi, dirimere la questione, Assoutenti ha chiesto pertanto al Governo “l’apertura di un'indagine seria sul prezzo degli idrocarburi raffinati”. In partita potrebbe quindi entrare ENI, “che di benzina se ne intende e che - auspica l’associazione - potrebbe in tal senso agire da apripista”.
Ad ogni buon conto, mentre in Parlamento si discute e ci sia accusa a vicenda, a pagare saranno ancora una volta gli automobilisti ed i motociclisti italiani.

 



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