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Per l'Europa, i rider sono lavoratori dipendenti a tutti gli effetti

I rider sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti e, come tali, dovranno beneficiare di tutti i diritti, dall’indennità per malattia alle ferie pagate, compreso - se previsto nel paese dove sono impegnati - il salario minimo. A stabilirlo è una nuova direttiva emanata dalla Commissione Europea
Rider dipendenti
Dopo la sentenza della Cassazione che - in Italia -  li confermava lavoratori subordinati ed il conseguente obbligo assicurativo con l’INAIL, i rider vengono “confermati” lavoratori dipendenti anche a livello europeo. La direttiva proposta dalla Commissione Ue “per migliorare le condizioni dei lavoratori delle piattaforme” mira infatti a regolarizzare e normare contratti e retribuzioni per gli oltre 28 milioni di lavoratori impiegati come fattorini in tutta Europa. Una novità che, rimanendo sui numeri, coinvolgerà di fatto le 500 e passa piattaforme digitali oggi attive nell'Unione, tra cui le ormai celebri Glovo, Deliveroo ed Uber.
Più nel dettaglio, la direttiva individua nuove regole a tutela dei lavoratori, stilando una lista dei criteri per inquadrarli come dipendenti. “I lavoratori delle piattaforme digitali - ha detto il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis - devono avere lo stesso livello di tutele che hanno gli altri lavoratori se svolgono lavoro subordinato”. Allo stesso modo, ha aggiunto Dombrovskis: “Le piattaforme hanno un grande potenziale di innovazione, ma le persone che forniscono questi servizi hanno spesso scarso accesso alle protezioni sociali. La direttiva proposta dalla Commissione vuole porre rimedio a questa situazione”.
Indicati come lavoratori dipendenti a prescindere dalla durata del contratto e con inversione dell’onere della prova (in caso, dovrà essere il datore di lavoro, quindi la piattaforma, a dimostrare in tribunale che si tratta di lavoro autonomo), i rider dovranno conseguentemente beneficiare di tutti i relativi diritti: salario minimo se previsto nel Paese, ferie retribuite, un migliore accesso alla protezione contro gli infortuni sul lavoro, disoccupazione, indennità di malattia e diritto ai contributi pensionistici.
La direttiva europea è  ancora in fase di approvazione, ma in Italia i sindacati hanno già chiesto al Governo di accelerarne i tempi di applicazione mediante un apposito intervento legislativo. Ipotesi che il ministro Orlando non esclude: “Dobbiamo fare in modo che alcuni aspetti di questa normativa siano anticipati ed entrino in vigore immediatamente”. 
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