Kawasaki Z 750 vs 750 R, meglio liscia o "gasata"?
La “cattiva” Z 750 R non mette fuori gioco la versione normale. Anzi, nel test la Z 750 si è dimostrata la più godibile... e costa molto meno
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Moto
Per respingere gli attacchi della concorrenza (il segmento delle naked di media cilindrata è tra i più contesi), la Kawasaki ha fatto una mossa insolita. Invece del classico restyling, ha scelto di “sdoppiare” l’offerta affiancando alla Z 750, la versione sportiva Z 750 R, dotata di sospensioni regolabili e impianto frenante con pinze e pompa radiale. Rimane immutato il motore di 748 cm3 da 99 CV (rilevati) e gli interventi estetici sono limitati al cupolino e al parafango anteriore diversi (oltre a una verniciatura bicolore a richiesta). Il risultato è un’aria “cattiva” in linea con il suo carattere. La ciclistica più performante infatti trasforma la Z 750 in una vera sportiva, efficace su strada e persino in pista. Il prezzo da pagare è però salato, sia per il portafoglio sia per il comfort. Per questo secondo noi la versione “normale” rimane la scelta migliore, specie se dotata di ABS.
Su strada - L’aspetto è “cattivo”, ma la Z 750 in realtà è una moto adatta anche a chi ha una limitata esperienza. L’erogazione regolare dei CV non mette mai in difficoltà il pilota, la maneggevolezza è ottima e l’equilibrio generale consente di avere un buon controllo della moto. Rispetto alla R, la versione normale si rivela meno precisa nei percorsi affrontati in modo molto “sportivo” per l’assetto più morbido. Ma lo sente solo chi va davvero forte, mentre tutti apprezzano il migliore comfort della Z 750.
In autostrada - La Z 750 normale in autostrada mostra gli stessi difetti e pregi della R. La sella è dura, la protezione dall’aria è scarsa, il pilota si stanca in fretta e anche il passeggero, molto rialzato ed esposto all’aria. Bene tenuta di strada e precisione di guida, nella media i consumi intorno ai 15 km/litro.
In città - La corretta posizione di guida, l’agilità e il buon angolo di sterzo permettono di superare senza problemi anche i passaggi più stretti. Notevole l’elasticità del motore che riprende in sesta da 40 km/h senza problemi: ottimo nell’uso quotidiano, riduce l’uso del cambio (e lo stress nel traffico). Bene i freni, adeguati alle prestazioni, meglio ancora se con l’ABS optional.
Su strada - Nei percorsi misti, quelli pieni di curve, la R ha un comportamento molto diverso da quello della Z 750: l’avantreno “granitico” e la precisione nel seguire le traiettorie impostate sono quelle di una vera sportiva. Merito del nuovo reparto sospensioni, certo, ma anche il diverso impianto frenante permette manovre al limite in piena sicurezza grazie alla sua potenza e modulabilità. Resta come per il modello “base” una certa inerzia nei rapidi cambi di direzione, dovuta al peso non proprio contenuto.
In autostrada - Non è una moto per fare lunghi viaggi: l’assetto è piuttosto rigido e anche l’imbottitura della sella non è morbida. Il motore non ha subito interventi, ma sinceramente non se ne avvertiva il bisogno: con quasi 100 CV alla ruota e un’erogazione “elettrica” è uno dei migliori in circolazione. Disturbano un po’ le vibrazioni che si sentono sopra gli 8.000 giri.
In città - Malgrado l’assetto sportivo, va bene anche per affrontare il traffico. Il motore ha degli ottimi medi che evitano di cambiare marcia troppo spesso; in ogni caso frizione e cambio sono morbidi e precisi, anche nell’uso più intenso. I freni si modulano bene con la sicurezza dell’ABS sul bagnato. Peccato che sul pavé e sulle buche si salti.
Z 750, adatta anche ai principianti
Su strada - L’aspetto è “cattivo”, ma la Z 750 in realtà è una moto adatta anche a chi ha una limitata esperienza. L’erogazione regolare dei CV non mette mai in difficoltà il pilota, la maneggevolezza è ottima e l’equilibrio generale consente di avere un buon controllo della moto. Rispetto alla R, la versione normale si rivela meno precisa nei percorsi affrontati in modo molto “sportivo” per l’assetto più morbido. Ma lo sente solo chi va davvero forte, mentre tutti apprezzano il migliore comfort della Z 750.In autostrada - La Z 750 normale in autostrada mostra gli stessi difetti e pregi della R. La sella è dura, la protezione dall’aria è scarsa, il pilota si stanca in fretta e anche il passeggero, molto rialzato ed esposto all’aria. Bene tenuta di strada e precisione di guida, nella media i consumi intorno ai 15 km/litro.
In città - La corretta posizione di guida, l’agilità e il buon angolo di sterzo permettono di superare senza problemi anche i passaggi più stretti. Notevole l’elasticità del motore che riprende in sesta da 40 km/h senza problemi: ottimo nell’uso quotidiano, riduce l’uso del cambio (e lo stress nel traffico). Bene i freni, adeguati alle prestazioni, meglio ancora se con l’ABS optional.
Z 750 R, ciclistica precisa e frenate OK
Su strada - Nei percorsi misti, quelli pieni di curve, la R ha un comportamento molto diverso da quello della Z 750: l’avantreno “granitico” e la precisione nel seguire le traiettorie impostate sono quelle di una vera sportiva. Merito del nuovo reparto sospensioni, certo, ma anche il diverso impianto frenante permette manovre al limite in piena sicurezza grazie alla sua potenza e modulabilità. Resta come per il modello “base” una certa inerzia nei rapidi cambi di direzione, dovuta al peso non proprio contenuto. In autostrada - Non è una moto per fare lunghi viaggi: l’assetto è piuttosto rigido e anche l’imbottitura della sella non è morbida. Il motore non ha subito interventi, ma sinceramente non se ne avvertiva il bisogno: con quasi 100 CV alla ruota e un’erogazione “elettrica” è uno dei migliori in circolazione. Disturbano un po’ le vibrazioni che si sentono sopra gli 8.000 giri.
In città - Malgrado l’assetto sportivo, va bene anche per affrontare il traffico. Il motore ha degli ottimi medi che evitano di cambiare marcia troppo spesso; in ogni caso frizione e cambio sono morbidi e precisi, anche nell’uso più intenso. I freni si modulano bene con la sicurezza dell’ABS sul bagnato. Peccato che sul pavé e sulle buche si salti.
Z 750 | Z 750 R | |
Velocità massima km/h | 223,1 | 219,8 |
Accelerazione (secondi) | ||
0-400 metri | 12,2 | 12,3 |
0-1000 metri | 22,9 | 23,1 |
0-100 km/h | 4,1 | 4,0 |
Ripresa | ||
400 metri | 13,6 | 13,3 |
1000 metri | 25,1 | 24,9 |
Potenza massima alla ruota | ||
CV/kW | 97,5/71,8 | 99,2/74,01 |
Giri al minuto | 10300 | 10100 |
Frenata | ||
da 100 km/h | 39,7 | 41,6 |
Consumi | ||
Autostrada | 14,9 | 15,3 |
Extraurbano | 20,6 | 22,3 |
90 km/h | 23,1 | 21,6 |
120 km/h | 17,1 | 19,3 |
Al massimo | 10,1 | 10,1 |
Autonomia | ||
90 km/h | 438 | 409,6 |
Al massimo | 192 | 191,3 |
Galleria
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Meglio una nuova Z750, più moderna e leggera possibilmente.
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Ennesima conferma che per strada le sospensioni regolabili servono davvero a poco, e che un pacchetto tecnicamente migliore spesso non corrisponde ad una guida migliore
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Però se ogni tanto avete voglia di fare una sgroppata in pista, è meglio la R. Io ad Adrai, qualche anno fa, ho disfatto una Z 750 base a causa di sospensioni e freni scadenti.
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A mio parere la dotazione base di qualsiasi mezzo in commercio è più che sufficiente per le qualità di guida del 99,9% di noi. Se in pista si cade è per demeriti nostri, non certo della moto
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Le sospensioni regolabili non hanno dalla loro solo il fatto di poterle settare in base al percorso che si fa o al numero di passeggeri,ma sono di migliore qualità copiano la strada perfettamente affondano meno in frenata,è chiaro che se non si è "smanettoni" le differenze tra le due Kawa rimane solo quella R. Io non risparmierei sulla sicurezza attiva,perche a tutti noi è capitato di "esagerare" e spesso quella "R" fa la differenza. Io ho una Multistrada 1200 s, ho fatto il test drive su un modello base (per modo di dire) e il comportamento attivo della moto è completamente diverso.
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