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Husqvarna, i lavoratori rispondono a KTM

Non si fa attendere la risposta dei lavoratori di Cassinetta al comunicato ufficiale di Pierer-KTM: “Ci stanno spremendo fino alla fine per ottenere tutto quello che possono ottenere 

Delusione a Cassinetta

È bastata un'ora di tempo per registrare le prime risposte al comunicato diffuso da KTM questa mattina, che sancisce il trasferimento di Husqvarna in Austria. Come riferisce varesenews tra i dipendenti, anche oggi a fare capannello davanti l'ingresso dello stabilimento di Cassinetta, c'è la delusione e l'amarezza di sentirsi sfruttati fino all'ultimo. La sensazione è quella che a KTM non interessi nulla della sorte dei 212 dipendenti che dal primo di giugno entreranno in cassa integrazione. L'unico obiettivo è quello di “spolpare” Husqvarna ricavandone il più possibile prima di trasferirla definitivamente a Mattighofen: "Noi abbiamo finito di vivere – dice Elvira Ratti rsu della Fim Cisl.- E considerato che, per loro stessa ammissione, l'operazione per la proprietà è stata a costo zero, qualsiasi moto venduta, delle dodicimila che hanno ancora in magazzino, rimpinguerà ulteriormente le loro casse". “Se vendessero le moto anche sottocosto, ad un prezzo irrisorio ad esempio di 3.000 euro – dice un lavoratore – incasserebbero 36 milioni di euro. E noi lavoratori di quella cifra e di quel valore che abbiamo creato non vedremo nulla. E poi c'è la falsa prospettiva di un trasferimento, per chi lo volesse, in Austria a lavorare. Non possiamo fare i pendolari in Austria: abbiamo mutui e casa qui, la nostra vita è qui.Il prossimo incontro tra Pierer Industries/KTM, i sindacati e i vertici regionali è fissato per il 22 maggio ma, a giudicare da come stanno le cose, sembra difficile che si possa raggiungere un'intesa. "Noi lavoratori continuiamo a sperare e non molliano – conclude Elisa Molteni, una lavoratrice -. Questa comunicazione è un ulteriore colpo perché ci stanno spremendo fino alla fine per ottenere tutto quello che possono ottenere senza curarsi di quello che sta succedendo qui, alle persone che lavorano in questa azienda e che hanno reso grande questo marchio".
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topomoto
Ven, 05/17/2013 - 09:56
È solo uno degli esempi della bieca ottusità di certi dirigenti di oggi. Possibile che non si possa fare un piano a lungo termine per salvare l'azienda?