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Autovelox e... mal di pancia. Ecco nuove norme per migliorare la situazione

Unitamente al “malcontento” manifestato dalla quasi totalità dei cittadini, la mancata trasparenza circa la reale destinazione degli incassi ottenuti dai Comuni per mezzo degli Autovelox ha spinto l’esecutivo a valutare una serie di misure per limitare l’autonomia dei sindaci e regolamentare con più accuratezza l’istallazione e l’utilizzo dei dispositivi

Autovelox
Utili come deterrente per gli automobilisti dal piede pesante e i motociclisti più smanettoni, gli Autovelox (sempre più numerosi in Italia) sono un ottimo strumento anche per rimpinguare le casse dei comuni. Fin troppo ottimo, considerando da una parte gli incassi stratosferici assicurati a quelli che li installano e, dall’altra, il “malcontento” (se così si può chiamare) manifestato dalla quasi totalità dei cittadini, esasperati dalle multe rogate da quelle che, ormai, vengono considerate vere e proprie “trappole”. Senza certo scomodare i Felximan di turno, urge un cambio di rotta.
Stando a quanto dichiarato dall’esecutivo, con l’arrivo del nuovo Codice della strada si punterebbe infatti anche a modificare le regole che normano la gestione degli autovelox per fermare  comuni che si arricchiscono. Tradotto: “omologazione nazionale”, perché, come dichiarato dal vicepremier Salvini, “per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti hanno poco a che fare con la sicurezza”.

Un nuovo pacchetto di norme
Come anticipato, contestualmente alla formulazione del nuovo codice, il Governo sarebbe infatti al lavoro su un pacchetto di norme che porteranno un “poderoso giro di vite” agli autovelox, con una serie di norme che stringeranno il campo di azione dei dispositivi. L’idea è quella di affidare la collocazione degli stessi al Prefetto e, quindi, di togliere potere decisionale ai Comuni. Oltre alla “revoca” dell’autonomia fino ad oggi concessa ai sindaci, si parla di eliminare gli autovelox lungo le strade urbane in cui vigono dei limiti di velocità inferiori ai 50 chilometri orari (con buon pace per i sostenitori dei 30 km/h in centro a Bologna), lungo le provinciali e regionali con un limite inferiore ai 90 e di aumentare la distanza minima tra la segnalazione e il dispositivo.

La nota di Forza Italia
Citando un problema di cui più volte vi abbiamo parlato, quello cioè dell’utilizzo (sbagliato) degli incassi derivanti dalle multe erogate dagli autovelox, il deputato di Forza Italia e Sottosegretario al Mit Tullio Ferrante ha scritto la nota che riportiamo di seguito.

“Sono stati recentemente rilanciati da un noto quotidiano nazionale i dati, elaborati dal Mef, che pongono l'attenzione sul tema autovelox e sul boom degli incassi da multe registrato nell'ultimo anno: un aumento del 6,4% delle entrate rispetto al 2022, per incassi che superano il miliardo e mezzo di euro. Questi numeri sono espressione di una tendenza in costante aumento. È doverosa una riflessione sul fatto che tale crescita sia imputabile essenzialmente alla scelta di talune amministrazioni locali di far quadrare i propri conti a scapito dalle tasche dei cittadini. Mascherare la volontà di fare cassa con il tema prioritario e indifferibile della sicurezza è un comportamento censurabile, ancor più in ragione del fatto che le somme introitate attraverso l'uso degli autovelox, nella gran parte di casi, non sono poi destinate al miglioramento diretto delle condizioni di sicurezza e della qualità delle strade. Come Mit, mutuando una delle battaglie storiche di Forza Italia, stiamo intervenendo in maniera decisa per ricondurre l'uso di queste attrezzature alle corrette finalità per le quali sono state ideate, lavorando all'attualizzazione del codice della strada che deve rappresentare sul tema una cornice chiara e definita per le decisioni degli amministratori locali e, prima ancora, per la reale sicurezza dei cittadini”.

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