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MotoGP Laguna Seca 2013: incidente Andrea Antonelli, i commenti dei piloti

La SBK Mosca, con la dinamica dell'incidente di Andrea Antonelli, ha vissuto una giornata nera. Molti piloti criticano la direzione gara, ma Dorna ribadisce che la sicurezza non è stata trascurata. Ecco i commenti dei piloti

Tragedia evitabile?

La morte di Andrea Antonelli ha riacceso le discussioni sulla sicurezza in SBK e MotoGP, sotto accusa la pista di Mosca e le procedure per sospendere le gare. Secondo alcuni è stata una tragica fatalità (la dinamica è simile ai terribili incidenti di Simoncelli, Craig Jones e Tomizawa), ma secondo altri le condizioni non erano ottimali, la pista priva di asfalto drenante non era in grado di smaltire l'acqua e il passaggio delle moto sul rettilineo ha azzerato la visibilità, rendendo fatale la caduta di Andrea Antonelli. Il commento più duro è di Marco Melandri, che in tv e su Twitter ha prima ricordato il giovane pilota: "Non ho parole per oggi, mi sento cosi impotente e piccolo. Solo un abbraccio alla famiglia R.I.P Andrea Antonelli". Per poi criticare l'operato della direzione gara: "Io sarò un rompic***o ma qualcuno si ricorda Nurbirgrin 2011? Passai per il cattivo, ma forse non dico solo str*****e! Serve umiltà! In quelle condizioni, nell'automobilismo, si corre in regime di Safety Car, figuriamoci sulle due ruote. I piloti sono stupidi e non li metterai mai d’accordo. La colpa è di tutti, bisognerebbe sedersi e parlare, per migliorare il migliorabile". Roberto Rolfo, pilota MV che era in gara con Andrea, ha aggiunto: “L’organizzazione avrebbe potuto accorgersene durante il giro di ricognizione. Sentire dal dottor Corbascio che Zanetti non si è nemmeno accorto di avere travolto Andrea fa veramente male. Ci vuole maggiore attenzione alla tematica della sicurezza e non bisogna parlare di queste cose solamente quando succedono delle tragedie”.

Tanti messaggi di cordoglio

Max Biaggi, che non si trovava in pista ieri, ha commentato in diretta telefonica rimarcando la pericolosità della partenza con così tanta acqua in pista: "La MotoGP non avrebbe corso con una pista così, non devono esserci piloti e categorie di Serie B". Poi ha twittato: "Povero Antonelli se ne è andato in una drammatica gara di SS. R.I.P Amo questo sport, ma in giornate come queste sto iniziando a odiarlo!". Valentino Rossi, poco prima della partenza da Laguna Seca scrive: "Da Mosca è arrivata la notizia che fa venire a tutti la voglia di tornare a casa". Altri messaggi di vicinanza alla squadra, agli amici e alla famiglia sono arrivati da tutto il mondo del motociclismo e a Laguna Seca, poco prima del giro di ricognizione, è stato osservato un minuto di silenzio in suo onore.

Dorna: la sicurezza non è stata trascurata

Le critiche quindi sono tutte per Dorna che gestisce anche i mondiali SBK e Superport, ma secondo il boss, Carmelo Ezpeleta, non è stato trascurato nulla e nessun pilota ha alzato la mano dopo il giro di ricognizione: "Quello che è successo è tremendo, i responsabili ci diranno cosa è successo, comunque si è corso in condizioni anche peggiori. Noi siamo sempre attenti alla sicurezza, in SBK e MotoGP. Dico che l’ultima sensazione di quella che è la pista arriva dai piloti, che fanno il giro di ricognizione. E dopo quello Supersport, nessuno ha alzato il braccio o ha fatto capire che era pericoloso correre". Anche Javier Alonso, responsabile del campionato per la Dorna, ha difeso l'operato della direzione gara sottolineando: "Non è vero che la situazione pioggia fosse drammatica e che l’asfalto non fosse drenante. In Superbike, quando è iniziato a piovere, per 15 giri alcuni piloti sono andati avanti con le slick sull’asfalto bagnato".
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Freddo Giovanni
Mar, 07/23/2013 - 00:05
C'è di fatto che la pista era piena d'acqua e il pilota è scivolato per questo motivo. Non mi piace addossare la colpa a nessuno in questi casi, ma non mi piace e non bisogna far passare erroneamente il messaggio; conosceva il rischio e amava la sua passione ed è successo perché doveva succedere. La responsabilità in fatto di incidente mortale, dovrebbe far riflettere molto a lungo, sulla sicurezza in pista. Perché la vita di un uomo, di un ragazzo a 25 anni, è più importante delle scuse su una sicurezza presunta, che in realtà non c'è stata.