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Tre biker olandesi contro l’Isis a fianco dei curdi

Tre motociclisti della banda olandese dei “No Surrender” hanno deciso di andare a combattere in Siria a fianco dei curdi contro i terroristi dell'Isis. Nulla da eccepire da parte della Procura olandese secondo cui unirsi a una forza armata straniera non è più proibito, la decisione nata dai filmati delle decapitazioni dei prigionieri 
Da biker a combattenti
La storia è raccontata dal New York Magazine: i tre biker, che provengono da Rotterdam, Amsterdam e Breda, sono passati dal manubrio al Kalashnikov, quel fucile mitragliatore che uno dei tre imbraccia in una foto che sta girando in rete in queste ore. Lo scatto proviene dall'account Twitter di un fotografo curdo-olandese e mostra un uomo tatuato di nome Rob in abbigliamento militare che imbraccia un Kalashnikov vicino a un combattente peshmerga. I tre biker appartengono alla gang dei No surrender, una delle più grandi d'Olanda; hanno deciso di lasciare il loro paese per unirsi ai guerriglieri curdi nella guerra contro lo Stato Islamico. La scelta non è casuale: Klaas Otto, capo dei No Surrender, ha raccontato all’emittente pubblica NOS che i tre hanno tutti un passato nell'esercito e che hanno deciso di recarsi in Siria dopo aver visto gli omicidi e le brutalità commessi dall’Isis. "Volevano fare qualcosa quando hanno visto le immagini delle decapitazioni", ha detto Otto. Il Governo olandese ha dichiarato di non avere nulla in contrario: “Unirsi a una forza armata straniera prima era punibile, oggi non è più proibito”, ha dichiarato il portavoce della Procura, Wim de Bruin, “quello che non si può fare è unirsi a eserciti che combattano contro gli interessi olandesi”. In Olanda vive una comunità curda consistente; poche settimane fa centinaia di dimostranti hanno manifestato al parlamento la loro indignazione per il fallimento dei Paesi Bassi nel tentativo di proteggere i curdi sotto assedio nel Nord, a Kobane, città siriana al confine con la Turchia.
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