Salta al contenuto principale

SBK: niente marò sulla carena di Michel Fabrizio

Il team SBK Red Devils aveva deciso di lanciare un messagio in favore dei nostri marò durante il prossimo GP di Aragon, ma le polemiche contro questa iniziativa hanno spinto la squadra romana a ritornare sui suoi passi

Sostegno per i due militari...

L'attesa per la seconda tappa del mondiale Superbike sulla pista spagnola di Motorland Aragon, è iniziata con una polemica per la decisione del team Aprilia Red Devils di schierare la RSV4 di Michel Fabrizio con un messaggio dedicato ai nostri marò reclusi in India. Il sostegno ai due militari della Marina, accusati dalle autorità locali di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati, doveva concretizzarsi con il messagio sulla carena "vi aspettiamo a casa". Secondo il team Red Devils doveva essere "un gesto che non vuole essere una mancanza di rispetto per un grande paese democratico qual è l’India, ma una testimonianza di affetto per i due militari e le loro famiglie. Un modo per tenere viva l’attenzione su questo caso così complesso". Le polemiche, però, sono state tante e la squadra ha fatto un passo indietro.


...poi il dietrofront

La tappa in India della Superbike è già programmata per 17 novembre e Dorna sta trattando anche lo sbarco della MotoGP. Insomma gli interessi di bottega si sono fatti sentire e in molti hanno definito inopportuno il messaggio per una vicenda tutt'altro che sportiva. Così la squadra ha preferito ritornare sui suoi passi e correre senza messaggi sulle carene lasciando però uno spazio bianco: "Il Team Red Devils ha oggi deciso di correre con una parte della carena bianca la prossima gara del Mondiale Superbike che si svolgerà ad Aragon, eliminando quindi il riferimento alla vicenda dei due Marò da più di un anno in India in attesa di un pronunciamento del Tribunale sulla nota vicenda che li ha riguardati. La decisione di correre la tappa spagnola del Mondiale con i loro volti e la scritta “Vi aspettiamo a casa” voleva essere solo un gesto di affetto e vicinanza a loro e alle loro famiglie e un segnale che tutti noi non li dimentichiamo. Tutto questo nel rispetto della Legislazione Internazionale e soprattutto della più grande Democrazia che esista al mondo e cioè l’India, Paese civile e, senza dubbio, garantista. Nessuno spirito polemico, nessuna rivendicazione politica, solo l’affetto di un Paese per due suoi soldati. Ecco perché preferiamo sottrarci alle prime polemiche che sono già sorte e che rischiano di sporcare un bel gesto e magari complicare una vicenda già molto complessa. La scelta di correre con parte della carena bianca sarà quindi un segnale silenzioso, ma per noi di attenzione a ciò che succede al di fuori del nostro mondo di motori e divertimento."  Anche la Ferrari fece qualcosa di simile nel 2012, esponendo la bandiera della Marina Militare sul musetto della vettura durante la gara indiana di Formula 1, un messaggio che causò una marea polemiche ma non ci fu alcun ripensamento da parte della scuderia di Maranello.
 
Aggiungi un commento