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Royal Enfield 650 Enduro by Obiboi

Lasciandosi ispirare dalle enduro di una volta, Oberdan Bezzi firma un altro concept immaginato con una grande attenzione ai dettagli: la sua versione Enduro delle Royal Enfield 650 è decisamente affascinante
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Moto
Come si faceva una volta
Oberdan Bezzi - in arte Obiboi – è un designer di motociclette per professione e, soprattutto, per passione; di recente ha firmato un nuovo concept grafico, idea ancora una volta caratterizzata da gusto e attenzione per i dettagli: la Royal Enfield 650 Enduro. La presentazione del nuovo progetto fa leva sulla nostalgia, perché oggi la definizione “enduro” è attribuita a una moltitudine di modelli che “vanno dalle pseudo fuoristrada alle moto da competizione”. Eppure, all'origine del termine, in Europa, a metà degli anni Settanta del secolo scorso, c'è Yamaha con la sua Ténéré seguita dalle altre Case giapponesi che insieme “cominciarono a proporre le loro monocilindriche a quattro tempi, guardate con sospetto dagli appassionati delle moto da… regolarità, tutte a due tempi e giustamente prive di qualsiasi elemento che non fosse... racing”, rievoca Obiboi. La storia ci dice che il mercato, una volta compreso che le nuove arrivate non erano destinate solo a mulattiere e al fettucciato, ma potevano affrontare un utilizzo a 360 gradi, ne decretò il successo che continua ancor oggi. L'offerta attuale non vede enduro come quelle dei primi anni, ma “le proposte... scrambler, invece presenti in numero infinito, possono in qualche maniera sopperire, ma non sono proprio la... stessa cosa! Ecco perché una proposta di una enduro da parte di Royal Enfield potrebbe essere un grande successo”, dice Obiboi. Nelle foto a corredo della presentazione vediamo una bicilindrica raffreddata ad aria, con un telaio tradizionalissimo, sospensioni dalla buona escursione, ruota da 21" all'anteriore (sormontata da un classico parafango alto) e da 17" dietro, con un'estetica sobria ed elegante. La sella è comoda per due, e, precisa Obiboi, abbiamo “pochissima elettronica e zero gadget tecnologici”. Insomma, conclude Obiboi, “una pura enduro alla vecchia maniera, talmente semplice, logica e dal costo affrontabile che non può che essere assolutamente... desiderabile!”.

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